BlackRock: «Mercati dei capitali efficienti per un’Europa sempre più attrattiva»

BlackRock: «Mercati dei capitali efficienti per un’Europa sempre più attrattiva»

«Il vero obiettivo non è spingere i risparmiatori italiani ed europei a concentrare gli investimenti nei Paesi di origine, ma rendere l’Italia e l’Europa più attraenti per i capitali globali». Giovanni Sandri ribalta la comune convinzione secondo la quale indirizzare le enormi risorse private che giacciono spesso inutilizzate sui conti corrente verso l’economia reale sia sufficiente per colmare il crescente divario che i mercati (e l’economia) del Vecchio Continente soffrono nei confronti degli Stati Uniti. Il responsabile per l’Italia e il Sud Europa di BlackRock invita piuttosto a concentrarsi sul vero punto della questione: lo sviluppo del mercato dei capitali, un tema analizzato del resto a fondo nello studio A roadmap to growing European Capital Markets appena pubblicato dalla casa di investimenti con sede principale a Manhattan, ma radici ben piantate anche nei 25 Paesi europei dove è presente con oltre 7mila impiegati.

La differenza con gli Stati Uniti

«Un mercato dei capitali efficiente e dalle dimensioni enormemente più ampie è insieme alla maggiore flessibilità presente nel mondo del lavoro e all’inarrestabile sviluppo della tecnologia uno degli elementi alla base dell’eccezionalismo Usa» spiega Sandri in un colloquio a 360 gradi con Il Sole 24 Ore. La sua analisi passa in rassegna in modo accurato le cause all’origine del ritardo del sistema finanziario continentale e valuta anche le possibili strade verso la soluzione di una questione che di fatto limita da anni la competitività delle imprese, senza dimenticare il ruolo che le stesse società di gestione del risparmio come BlackRock possono recitare nel favorire il processo di sviluppo.

Il ragionamento parte dalla premessa che non esista di fatto un «modello unico» valido a livello globale per definire la struttura ideale da dare al mercato dei capitali, ma che le prospettive di crescita «derivino dall’offrire a un maggior numero di persone opportunità significative per investire i propri risparmi e dal garantire al tempo stesso che i mercati funzionino in modo da proteggere i loro interessi». Il contesto altamente frammentato europeo, sul piano della regolamentazione e anche dei sistemi finanziari stessi, rappresenta forse la differenza più evidente rispetto all’esempio statunitense. Sandri ricorda a questo proposito come gli ostacoli burocratici e normativi finiscano per imporre una sorta di «dazio improprio» a carico delle aziende che vogliono operare in Europa, un onere nascosto che sfiora il 45% contro l’appena 15% riscontrabile oltre l’Atlantico.

Il punto sull’offerta e la domanda

La soluzione in questo caso passa necessariamente anche attraverso il piano politico: è in gran parte indipendente dalle azioni degli operatori finanziari, richiede quindi tempi oggettivamente lunghi e anche per questo motivo BlackRock invita a concentrarsi su altri aspetti. Quello di stimolare l’offerta di capitale anzitutto, che per la verità non mancherebbe se si considerano gli oltre 78mila miliardi di euro di ricchezza detenuti dalle famiglie europee alla fine dello scorso anno. «Il problema risiede in quanta parte di quelle risorse viene effettivamente utilizzata e soprattutto nella direzione verso la quale i risparmi vengono investiti» sottolinea il numero uno di BlackRock in Italia, introducendo così il tema dell’effettiva domanda proveniente dalle imprese europee. «Il numero e la dimensione dei progetti finanziabili che si hanno negli Stati Uniti – aggiunge Sandri – è incomparabile rispetto a quanto vediamo in Europa, dove spesso le imprese sono addirittura risparmiatrici nette: non soltanto non attraggono capitali dall’esterno, ma addirittura non utilizzano neppure le risorse a loro disposizione per investire».

Fonte: Il Sole 24 Ore