Bnp Paribas, tegola in Borsa: rischia risarcimenti miliardari per le operazioni in Sudan

Bnp Paribas, tegola in Borsa: rischia risarcimenti miliardari per le operazioni in Sudan

Su Bnp Paribas cade una maxi-tegola che potrebbe costare molto cara. Arriva dal Tribunale federale di Manhattan, che ha giudicato la più grande banca di Francia di essere responsabile di aver “facilitato” il genocidio compiuto dal regime sudanese tra la fine degli anni ’90 e il 2011, fornendo servizi finanziari che hanno permesso al governo di Omar al-Bashir di aggirare le sanzioni statunitensi e finanziare le proprie campagne di violenza.

La giuria ha riconosciuto infatti un risarcimento di 20,5 milioni di dollari a tre querelanti — ex profughi sudanesi ora cittadini americani — vittime dirette delle atrocità commesse in Darfur e nei Monti Nuba.

L’impatto sul mercato

La cifra riconosciuta ai tre querelanti di per sé appare contenuta per un colosso bancario. Tuttavia, il rischio è che si tratti solo dell’inizio. Secondo gli avvocati delle vittime, la sentenza apre infatti la strada a un’azione collettiva da parte – almeno potenzialmente – dei circa 23 mila rifugiati sudanesi residenti negli Stati Uniti, con un ipotetico petitum nell’ordine dei miliardi. Secondo alcune stime, il numero di vittime coinvolte espone la banca a un rischio teorico di risarcimenti fino a 150 miliardi di dollari. Ovvio che di fronte a questa notizia le azioni di Bnp Paribas a Parigi ieri siano crollate: -8% in poche ore, dopo un picco intraday di -10%, per chiudere a 69 euro ai minimi da sei mesi – complice anche il declassamento del rating sovrano francese da parte di S&P, che ha riportato la Francia sotto la soglia della “doppia A”. Ciò ha zavorrato tutto il comparto bancario europeo.

Il caso

Il caso ha radici lontane: la prima causa era stata intentata nel 2016 e poi archiviata nel 2018, per essere riaperta un anno dopo dalla Corte d’Appello federale. Ma non è la prima volta che l’istituto si trova a fare i conti con la giustizia americana per violazioni. Nel 2014 Bnp accettò di pagare una maxi-multa da 8,97 miliardi di dollari per aver condotto transazioni con soggetti sottoposti a sanzioni in Sudan, Iran e Cuba. Ma quell’accordo, che le permise di evitare un processo penale, rappresenta oggi un precedente pesante e alimenta la percezione di una responsabilità strutturale.

Fonte: Il Sole 24 Ore