bocciato il mandato su sostenibilità e semplificazione

bocciato il mandato su sostenibilità e semplificazione

BRUXELLES – Si moltiplicano i segnali di tensione nel blocco centrista che sostiene la Commissione europea. L’ultima indicazione è giunta mercoledì quando il Parlamento europeo a voto segreto ha bocciato il mandato con cui Strasburgo avrebbe dovuto negoziare un accordo con il Consiglio sulla revisione di due direttive relative alla sostenibilità sociale ed ambientale delle imprese. Il rischio è che in futuro altri pacchetti-semplificazione possano essere causa di simili spaccature politiche.

Oggetto del dibattito mercoledì era il pacchetto legislativo proposto dalla Commissione europea all’inizio dell’anno e rivolto a una semplificazione di due testi noti con gli acronimi inglesi CSDDD e CSRD. La commissione affari giuridici aveva messo a punto un mandato negoziale, poi bocciato in plenaria con 318 no, 309 sì e 34 astensioni. Come detto, il voto era segreto, ma è successivamente emerso che la maggioranza è stata ottenuta grazie ai voti di deputati popolari, nazionalisti e anche socialisti.

Secondo quanto raccolto in ambienti parlamentari, 31 deputati socialisti hanno avvertito martedì sera che si sarebbero opposti al mandato negoziale, tradendo l’intesa raggiunta dal blocco centrista, composto da popolari, socialisti e liberali. La scelta ha spostato l’ago della bilancia, portando alla bocciatura del testo. Ha commentato oggi, giovedì 23 ottobre, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: «Tra i deputati c’è chi voleva un mandato più incisivo e chi lo voleva meno incisivo».

La vicenda mette in mostra le tensioni nel blocco centrista. Non è la prima volta che ciò accade. In passato situazioni simili sono emerse nei settori del bilancio o dell’immigrazione. In questo caso, tuttavia, la scelta di alcuni socialisti è significativa perché riflette un tradimento dell’intesa politica raggiunta a livello di gruppo parlamentare. A questo punto, il testo del mandato verrà votato in aula, emendamento per emendamento. L’esito finale è molto incerto.

Fonte: Il Sole 24 Ore