
Bompiani e Castellina in dialogo tra amicizia e femminismo
Non si sa, alla fine, se colpisce più la loro vitalità e l’acume nel ragionamento, o la capacità di intendersi anche se così diverse. Certo la conversazione tra Ginevra Bompiani e Luciana Castellina – 85 e 95 anni, amiche da una quindicina – è godibile, istruttiva e anche divertente. Perché hanno attraversato il Novecento con un percorso biografico che in sé merita ascolto (lo stesso, attento, dedicato loro qui da Agnese Manni). E perché le esperienze di ciascuna sono il punto di partenza che porta ad allargare lo sguardo e fare un bilancio sul femminismo, sui mutamenti sociali, le aspettative per il futuro. In comune hanno tanto: sono colte, politicamente impegnate, culturalmente protagoniste (l’una nell’editoria e nell’accademia, l’altra nel giornalismo, entrambe come autrici). Ma le differenze non sono da meno: Bompiani non è mai stata comunista e ha resistito in un collettivo femminista tre mesi (Rivolta femminile, con Carla Lonzi, Carla Accardi ed Elvira Banotti); nella vita di Castellina, un percorso partito dal Pci e giunto oggi a Sinistra italiana, ha invece avuto un posto importante l’Unione donne italiane. Ma il terreno d’incontro tra le due è altrettanto significativo, e va oltre il collante potente della scrittura (sarà Bompiani a sollecitare Castellina che con La scoperta del mondo, pubblicato da nottetempo nel 2011, entra nella cinquina del premio Strega). Condividono la battaglia contro il patriarcato (per Bompiani cominciata sin da piccola con un padre che voleva un maschio e quando nacque lei scrisse «oggi è nata Ginevra. Come dire la delusione profonda?»), l’adesione al femminismo della differenza che contempla e riconosce la diversità della donna, a partire dal corpo; i dubbi sulla piega che sta prendendo il femminismo di oggi. Entrambe criticano l’utilizzo della schwa, della chiocciola, dell’elisione dell’ultima lettera. «Mi rifiuto di farmi ridurre a mezzo asterisco. Preferisco piuttosto essere mezzo uomo», tuona Bompiani. Ma entrambe temono anche che si perdano di vista temi sostanziali (gli asili nido, il lavoro di cura, i contratti di lavoro, gli stipendi che dovrebbero essere più alti perché le donne danno un contributo maggiore alla società) a vantaggio di problematiche, pur importanti, come quelle del mondo lgbtq.
Non mancano passaggi sulla gestazione per altri, su cui Castellina ha una posizione più sfumata («se una mia sorella che non riesce ad avere figli mi chiedesse il favore di covare un suo embrione nel mio utero, direi di sì») e Bompiani nettamente contraria, riflessioni sui femminicidi, sul femminismo islamico, sulle donne che si comportano come gli uomini, sul Metoo, «un colpo ben assestato» anche se forse alcune denunce sono discutibili. Ma, sintetizza Bompiani, «se pensi a tutti gli eccessi che ci sono stati dall’altra parte, questi non sono niente in confronto, e quindi pazienza: che gli uomini sopportino un po’! »
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Ginevra Bompiani
Luciana Castellina
Fonte: Il Sole 24 Ore