Bonomi: «Non interrompere le riforme. Serve trasparenza sul caro energia»

«Come Confindustria abbiamo chiesto trasparenza sui rincari energetici. Abbiamo chiesto cioè di avere accesso ai contratti di importazione tramite l’Arera», l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Lo ha detto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a In Onda su La7 spiegando che «da fine anno scorso sono cominciati i rincari» e a fare speculazioni sono «le società che fanno di trading di importazione di gas». Le forniture, ha aggiunto Bonomi, «sono sulla base di contratti pluriennali e i prezzi sono completamente diversi».

Rischio frenata della produzione

«La produzione industriale ha rallentato, nel primo trimestre, purtroppo temiamo che rallenterà anche nel secondo trimestre. Avevamo già detto che quest’anno ci aspettiamo 400 milioni di ore di cassa integrazione. Durante la pandemia sono state 600 milioni», ha detto Bonomi. «Durante la pandemia abbiamo agito per comprare tempo e arrivare ai vaccini ed uscire dalla crisi. Ora affrontiamo una crisi con componenti esogene: aumento dei prezzi delle materie prime, dei prezzi energetici, la guerra in Ucraina, il blocco del porto di Shanghai. In questa situazione è difficile programmare per le aziende. Non abbiamo paura, ma siamo preoccupati», ha sottolineato. «Le sanzioni – ha aggiunto – fanno male a tutti, ma non stanno ottenendo il loro effetto sulla Russia. Bisogna intervenire, ma sanzionando il gas. È un tema di strategia nazionale. Per quel che riguarda invece il nostro export verso la Russia, questo è ormai l’1,5% del totale, ma concentrato in settori specifici».

Partiti in campagna elettorale

Il premier Mario Draghi «sa quello che va fatto, ma i partiti hanno iniziato la battaglia delle bandierine: esempio lampante è l’ultima legge di bilancio. Una battaglia iniziata con le amministrative dell’anno scorso, poi c’è stata l’elezione del capo dello Stato, ci saranno le amministrative in primavera, le regionali siciliane in autunno e le politiche l’anno prossimo. I partiti sono finalizzati al consenso, ma noi dobbiamo fare le riforme che aspettiamo da 30 anni su fisco, lavoro e concorrenza. Il Pnrr è importante perché ci dà le risorse per modernizzare il paese, per renderlo efficiente e inclusivo», ha aggiunto il numero uno di Confindustria. «Il tema non è chi ascolta gli industriali, ma chi ascolta le necessità del paese, dove un milione in più di persone nel 2021 è entrato nella fascia di povertà. Se si ferma l’industria si ferma il Paese – ha ribadito Bonomi -, l’industria è diventato un tema di sicurezza nazionale, altri Paesi lo hanno capito, anche l’Italia deve capirlo».

Serve un taglio del cuneo, impossibili aumenti salariali

«È ora di mettere soldi in tasca agli italiani – ha spiegato Bonomi – perché il potere di acquisto è stato ridotto. Ma non possiamo farlo attraverso aumenti salariali, perché le imprese hanno ridotto i margini. Dobbiamo farlo tagliando le tasse». Il presidente di Confindustria ha riproposto il taglio del cuneo contributivo sotto i 35mila euro. Bonomi ha detto che con la riduzione dell’Irpef il governo ha speso 8 miliardi «che non ha sentito nessuno. Il taglio del cuneo avrebbe messo soldi in tasca agli italiani». Secondo i calcoli di Confindustria non 385 ma 751 euro. Bonomi ha poi aggiunto: «Siamo senza se e senza ma contro l’evasione fiscale. Ma questa sappiamo benissimo dove è: ci sono gli accertamenti che ce lo dicono. Ma come sulle irregolarità sul superbonus, non si può condannare tutta la filiera».

«Stiamo con Macron»

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi prima ha scherzato con i conduttori che gli hanno chiesto per chi avrebbe votato in Francia tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. L’ultima domanda durante la trasmissione In Onda su La7 è caduta sulle presidenziali francesi. Bonomi ha sorriso: «Faccio come Conte…». Tutti ridono e, mentre i conduttori danno appuntamento a domani, afferma: «Stiamo con il presidente Macron».

Fonte: Il Sole 24 Ore