
Bonus casa al 50%, sul tavolo la proroga. Spunta l’ipotesi detrazione in 5 anni
Nel Governo si apre uno spiraglio alla proroga dell’attuale assetto di agevolazioni per la casa, con la conferma anche nel 2026 dello sconto base dedicato alle ristrutturazioni per le abitazioni principali al 50%, evitando così il taglio al 36. Il dossier è allo studio: ad annunciarlo è stata la viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Vannia Gava.
Il rischio evasione
Il problema (si veda «Il Sole 24 Ore» del 16 settembre) riguarda l’attuale configurazione dei bonus edilizi, con la detrazione al 50% per le abitazioni principali e al 36% per le seconde case. Percentuali destinate a subire un robusto taglio, in base al calendario fissato dalla manovra 2025: lo sconto massimo da gennaio 2026 passerà al 36% e quello per le seconde case appena al 30 per cento. A questo si aggiunge il taglio di diversi sconti fiscali, tra i quali spicca il bonus mobili, attualmente al 50% (con tetto di spesa a 5mila euro). Ma, tra le agevolazioni in scadenza, vanno ricordati anche il bonus barriere architettoniche al 75% e il superbonus al 65. Uno scenario di tagli che rischia di penalizzare il mercato dell’edilizia residenziale e di favorire un ritorno al sommerso. Peraltro, riducendo di molto l’impegno del nostro paese in vista degli obiettivi della direttiva Case green.
«Insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti – ha spiegato così Gava -, stiamo lavorando per cercare di portare al 50% le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni delle abitazioni anche nel 2026, oggi al 36%, e valutiamo di rendere possibile usufruirne in cinque anni anziché dieci, rendendo l’ecobonus più immediato e conveniente». Le misure sono in fase di verifica di fattibilità, ma l’obiettivo è quello di sterilizzare, almeno in parte, i tagli programmati per il prossimo anno. Un obiettivo ambizioso, nella difficile composizione della legge di Bilancio, perché la conferma del bonus ristrutturazioni e dell’ecobonus al 50%, insieme ad altri dodici mesi di bonus mobili, costerebbe poco più di due miliardi di euro.
Il ritorno alla rateizzazione
Oltre alla proroga, a sorpresa, il Governo sta anche valutando un ritorno almeno parziale all’utilizzo della rateizzazione in cinque anni per alcuni bonus casa. Si tratta di una strada decisamente più difficile da percorrere rispetto alla proroga secca, perché avrebbe notevoli implicazioni in termini di finanza pubblica. Poco più di un anno fa, infatti, per le agevolazioni rateizzabili in cinque anni era stata scelta la spalmatura su dieci rate, per evitare una concentrazione eccessiva degli oneri a carico dei bilanci dello Stato.
L’attenzione al tema viene salutata con soddisfazione da molti, a partire da Confedilizia e Cna: «Senza una conferma della detrazione al 50%, per il 2026 stimiamo un giro d’affari di appena 15 miliardi per le ristrutturazioni», dicono dalla Confederazione. Quest’anno, per dare un’idea della differenza, arriveremo a sfiorare i 40 miliardi.
Fonte: Il Sole 24 Ore