Boom di minori denunciati: +30% rispetto al pre Covid
C’è uno spartiacque nel rapporto tra minori e criminalità in Italia: la pandemia. Dal 2020 al 2024 il numero degli under 18 denunciati, fermati e/o arrestati ha imboccato una direttrice di crescita a velocità sostenuta: l’anno scorso il dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno ha registrato 38.247 segnalazioni di minori contro le 29.544 del 2019. Il dato è superiore anche a quello di anni precedenti – è il più alto dell’ultimo decennio – e fotografa un vero e proprio boom: denunce, fermi e arresti di under 18 sono saliti di circa il 30% rispetto al pre Covid e hanno segnato un +16% rispetto al 2023.
Una segnalazione su quattro per rapina in pubblica via è riferita a un under 18
Se a livello complessivo i minori segnalati sul totale sono poco meno del 5% del totale, denunce e arresti sono legati a tipologie di reati cosiddetti predatori: una segnalazione su cinque per rapina è riferibile a un minore e l’incidenza sale a una su quattro se si prende in esame la “sottocategoria” delle rapine messe a segno in pubblica via. La conferma arriva anche dagli amministratori locali dove l’incidenza dei minori sul totale dei segnalati nel 2024 è più elevata. Il “primato” spetta alla provincia di Treviso dove su 9.120 persone denunciate o arrestate nel corso dell’anno scorso, gli under 18 sono stati il 9,5%, quindi quasi il doppio della media nazionale. A seguire, ci sono le province di Udine (8,2% di minori sul totale degli arrestati) e Mantova (7,9%) mentre agli antipodi ci sono province del Sud come Crotone (1,2%) e Avellino (1,2%), ma anche Napoli (3,1%). «Dopo la pandemia ci sono stati alcuni episodi, legati allo spaccio di droga, che hanno acceso i riflettori su un crescente disagio giovanile sfociato in violenza – spiega il sindaco di Treviso, Mario Conte – e siamo corsi ai ripari: ho chiesto uno sforzo alle forze dell’ordine nel monitoraggio del territorio, con controlli a tappeto e, appunto denunce e arresti in caso di reato. Purtroppo il sistema sanzionatorio non è molto efficace: un foglio di via o un daspo non incutono timore e, dunque, ci sono ragazzi con 10-15 denunce ancora a piede libero».
Il governo, con il decreto Caivano (legge 159/23) ha inasprito alcune pene per i minorenni, ampliando il ventaglio di reati per cui è prevista la custodia cautelare, ma la stretta non basta: «Bisogna lavorare con le scuole, le associazioni sportive e le associazioni culturali e intercettare bambini e famiglie prima che i minori entrino nella cosiddetta “fascia critica”. Oggi affrontiamo un’emergenza e non vogliamo che questo fenomeno diventi strutturale», chiosa il sindaco di Treviso.
La Garante: «Focus sui minori non accompagnati»
Se quest’ultimo cita, tra i minori denunciati o arrestati, molti immigrati di seconda generazione, anche con cittadinanza italiana, che vivono situazioni di disagio, la garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Marina Terragni stringe il focus sui «minori stranieri non accompagnati: nel 2022 più del 4% di questi ragazzi, in molti casi 16-17enni nordafricani, è stato preso in carico dalla giustizia minorile. Nel 44% dei casi si macchiano di reati contro il patrimonio, episodi di micro criminalità come piccole rapine, furti», conferma. Le ragioni sono diverse: «Sono fragili, hanno spesso problemi psicologici e dipendenze, oltre a essere meno motivati rispetto al passato all’inserimento in società», dice. Secondo Terragni «va rivisto il sistema dell’accoglienza e, a questo proposito, giudico favorevolmente il monitoraggio delle strutture di assistenza per minori introdotto dal Ddl Affido recentemente approvato». Non è tutto: secondo la Garante «i giovani vanno ascoltati, anche per stabilire una serie di priorità nelle azioni. Per esempio, l’iperconnessione e la dipendenza digitale sono fattori aggravanti da tutti i punti di vista, anche per la struttura di personalità dei ragazzi. Tutte le iniziative che vanno verso la responsabilizzazione delle famiglie sui temi del digitale sono utili a prevenire i comportamenti devianti. Il problema è che fino a ora ci siamo mossi sulla difensiva, in risposta a emergenze già in corso».
Fonte: Il Sole 24 Ore