Borse, Europa contrastata in attesa del voto sul bilancio Usa. A Milano giù Mediobanca e Mps

Borse, Europa contrastata in attesa del voto sul bilancio Usa. A Milano giù Mediobanca e Mps

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Le Borse europee si muovono nel segno della prudenza e con un occhio alla dibattito-maratona in corso al Senato americano sul bilancio proposto dall’amministrazione Trump. La stessa maggioranza repubblicana ha presentato numerosi emendamenti al “big beautiful bill”, che dovrebbe aumentare di 3.300 miliardi di dollari il debito pubblico Usa e che la Casa Bianca vuole vedere approvato entro la festa del 4 luglio.

I listini azionari globali, in ogni caso, sembrano voler consolidare i record fatti segnare la vigilia grazie all’allentarsi delle tensioni sul commercio globale. L’indice Msci All Country World è in rialzo per il quarto giorno consecutivo e i listini asiatici mostrano lievi progressi con l’eccezione di Tokyo, arrivata a perdere l’1,3% a causa del rafforzamento dello yen, che penalizza gli esportatori.

Dollaro in calo, petrolio in lieve rialzo

Sul mercato valutario, il dollaro perde ancora terreno dopo aver registrato il peggior inizio anno dalla fine del sistema di Bretton Woods. Il biglietto verde è indicato a 1,1782 per un euro (da 1,1743 ieri in chiusura) e 143,64 yen (da 144,28), mentre il rapporto euro/yen è a 169,19 (da 169,41). Sul fronte dell’energia, i future per settembre sul Brent cedono l’1,23% a 66,78 dollari al barile, mentre i contratti di agosto sul Wti si attestano a 65,10 dollari (-0,02%). In lieve rialzo il prezzo del gas naturale scambiato ad Amsterdam a 33,2 euro al megawattora (+0,9%).

Bene Wall Street alla vigilia con un occhio alle trattative sui dazi

Wall Street ha spinto i titoli ai massimi storici al termine di un trimestre solido, grazie alla speranza che gli Stati Uniti si stiano avvicinando a raggiungere accordi concreti con i loro principali partner commerciali. Le scommesse sulla ripresa dei tagli ai tassi da parte della Federal Reserve hanno alimentato il miglior primo semestre dei Treasury degli ultimi cinque anni. Tuttavia, la più ampia incertezza sul programma tariffario di Trump e sulla struttura a lungo termine dell’economia globale è testimoniata dal fatto che il dollaro ha registrato un calo del 10,8% nei primi sei mesi dell’anno – la peggiore performance del primo semestre dal 1973.

Fonte: Il Sole 24 Ore