
Borse, Europa poco mossa aspettando la Fed. A Milano focus sul risiko bancario
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Le Borse europee proseguono all’insegna del nervosismo e dell’incertezza, in attesa di capire gli sviluppi dello scontro in Medio Oriente tra Israele e Iran e soprattutto di comprendere se gli Stati Uniti scenderanno in campo. Il presidente statunitense, Donald Trump, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, ha anunciato: «l’Iran ci ha contattati, io ho detto che è molto tardi, ma non è mai troppo tardi», spiegando che «le autorità iraniane hanno ipotizzato di venire alla Casa Bianca» a negoziare. Così viaggiano a corrente alternata il FTSE MIB di Milano, il CAC 40 di Parigi, il DAX 40 di Francoforte, l’IBEX 35 di Madrid, l’AEX di Amsterdam e il FT-SE 100 di Londra. In modesto rialzo gli indici a Wall Street, nonostante i dati in chiaroscuro pubblicati negli Stati Uniti. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono calate più del previsto (-5.000 a 245.000 unità, contro attese per 246.000), ma il numero di nuovi cantieri e di permessi edilizi è sceso rispettivamente del 9,8% e del 2%, deludendo le stime. Inoltre, rimane in primo piano anche la guerra dei dazi, con la delusione per una mancanza di accordi tra Stati Uniti e Ue in occasione del G7 del Canada.
Intanto si guarda al dato europeo sull’inflazione di maggio (è stata confermata la stima all’1,9%, come emerso dalla prima lettura), ma soprattutto sale l’attesa per le decisioni che in serata adotterà la Federal Reserve, al termine della due giorni di riunione del Fomc, il braccio operativo dell’istituto centrale. Secondo gli esperti dovrebbe essere confermato l’attuale costo del denaro. Il presidente della Fed, Jerome Powell, che «ha fatto un pessimo lavoro», ha scritto Trump su Truth, «probabilmente non taglierà i tassi», ma «dovremmo essere due punti in meno» rispetto all’attuale livello dei tassi, fissato al 4,25%-4,50%, ha scritto Trump. Gli Stati Uniti «hanno incassato 88 miliardi di dollari dai dazi» e «non hanno inflazione», ha ribadito Trump, chiedendo ancora una volta, durante un evento stampa alla Casa Bianca, una riduzione dei tassi. Ma «francamente, abbiamo una persona stupida alla Fed», ha detto il presidente.
Wall Street: indici poco mossi, attenzione su Medio Oriente e Fed
Wall Street poco mossa, mentre gli operatori monitorano gli ultimi sviluppi in Medio Oriente e si preparano all’ultima decisione della Federal Reserve in materia di tassi. Gli attacchi tra Iran e Israele sono entrati nel loro sesto giorno: la guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che l‘Iran non si arrenderà e ha avvertito che gli Stati Uniti «subiranno senza dubbio danni irreparabili» se entreranno nel conflitto, come minacciato dal presidente Donald Trump, che ha chiesto all’Iran una «resa incondizionata». L’analista Adam Crisafulli, fondatore di Vital Knowledge, ha affermato che i mercati azionari appaiono particolarmente vulnerabili in questo periodo: «Anche prima degli eventi in Medio Oriente, c’erano molti rischi all’orizzonte e abbiamo valutazioni molto elevate, quindi non c’è molta flessibilità», ha dichiarato al programma “Closing Bell” della Cnbc, sottolineando che i dazi, l’incertezza fiscale e il tetto del debito sono tra i fattori che creano forte incertezza.
A Piazza Affari riflettori ancora sulle banche e i petroliferi
A Piazza Affari in primo piano i petroliferi, mossi nella seduta precedente dall’andamento del petrolio. Focus ancora sulle banche, nell’attesa degli sviluppi sul risiko in corso, dopo che alla vigilia i titoli hanno perso terreno, e nonostante gli investitori continuino a interrogarsi sull’esito delle operazioni in corso. Generali è sotto la parità dopo frenata della vigilia innescata anche dalle parole dell’ad di Unicredit, Andrea Orcel, che ha preannunciato la vendita delle azioni da parte dell’istituto. In coda Recordati e Iveco Group , sempre al centro del dibattito per via di possibili offerte in arrivo per la divisione Defence. Alla vigilia il Ceo di Leonardo, Roberto Cingolani, ha ribadito l’interesse e ha sottolineato che “l’offerta sarà a un prezzo giusto”.
Euro sopra 1,15 dollari, Bitcoin in calo
Intanto l’euro vale 1,1522 dollari (1,153 alla vigilia). La divisa passa inoltre di mano a 166,95 yen (+0,14%), con il dollaro-yen pari a 144,9 (-0,23%). Il gas vale 39,5 euro al megawattora (+0,5%) e il Bitcoin si attesta a 104.841 dollari (-1,79%).
Fonte: Il Sole 24 Ore