Borse, l’Europa sfida i dazi Usa, a Milano crolla ancora Cucinelli
(Il Sole 24 Ore Radiocor) Borse europee positive, nonostante l’annuncio di nuovi dazi da parte del presidente americano, Donald Trump. Sui mercati sale l’attesa per l’importante dato americano sull’inflazione di agosto misurata sui consumi delle famiglie, indicatore seguito dalla Federal Reserve per adottare le prossime misure in tema di tassi di interesse. L’istituto centrale dovrebbe tagliare ancora il costo del denaro entro la fine dell’anno, ma come ha più volte dichiarato il presidente, Jerome Powell, qualsiasi decisione verrà presa in base ai dati macro, con particolare attenzione su quelli dell’indice dei prezzi e del mercato del lavoro. Gli esperti pronosticano un rialzo annuo del 2,9% dell’indice Pce (quello che appunto misura l’inflazione sui consumi delle famiglie, ndr). Tornando al tema dazi, il tycoon ha dichiarato che a breve, esattamente il primo ottobre, scatteranno nuove tariffe su farmaci (al 100%), autocarri (25%) e mobili (30%) prodotti al di fuori degli Stati Uniti. Come ha spiegato sul social media Truth i dazi saranno effettivi «a meno che un’azienda non costruisca il proprio stabilimento farmaceutico in America». Sulle prime battute Milano registra un progresso dello 0,4% circa, mentre lo spread si attesta a punti. Le Borse asiatiche procedono in perdita, segnando i massimi ribassi del mese di settembre, con le aziende farmaceutiche sul timore del contraccolpo che provocherà un’imposta del 100% sui prodotti del settore di marca o brevettati. Tokyo ha chiuso la seduta in calo dello 0,87%.
Terza seduta in calo ieri per Wall Street
Intanto ieri Wall Street ha chiuso la terza seduta di fila in ribasso, risentendo della pressione dei titoli tecnologici. Gli analisti si interrogano sul futuro dell’Intelligenza Artificiale, soprattutto dopo la partnership siglata tra Nvidia e OpenAI. In più è sotto la lente la notizia riportata da Wall Street Journal secondo la quale l’amministrazione Trump sta anche valutando un piano per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dai semiconduttori prodotti all’estero. Sul fronte macro è stato annunciato che il Pil del secondo trimestre, in lettura finale, è cresciuto del 3,8% su base annua e non del 3,3% come annunciato in precedenza. Il dato ha sorpreso gli analisti, che tuttavia si pongono interogativi sulle mosse della Fed, che potrebbe essere meno aggressiva nel taglio del costo del denaro considerando l’andatura della congiuntura americana. Per altro sempre ieri è stato reso noto che le nuove richieste dei sussidi di disoccupazione sono diminuite di 14.000 unità a 218.000, contro attese per un dato a 235.000. Così il Dow Jones ha perso lo 0,38%, lo S&P 500 lo 0,5% così come il Nasdaq Composite. . Sul fronte valutario, un indicatore Bloomberg del dollaro si è mantenuto vicino al massimo delle tre settimane, aumentando l’attenzione sull’indicatore di inflazione preferito dalla Fed, la cui pubblicazione è prevista per venerdì.
A Piazza Affari Cucinelli ancora nella bufera
A Piazza Affari gli occhi sono ancora puntati su Brunello Cucinelli, che continua a perdere quota dopo lo scivolone del 17% della vigilia, innescato dalle accuse di Morpheus Research sulle vendite effettuate dall’azienda in Russia, che violerebbero le sanzioni adottate contro il Paese. La società, tuttavia, ha ribattuto che anche l’Agenzia delle Dogane Italiane ha accertato il pieno rispetto delle procedure così come le autorità doganali straniere. Il listino è invece sostenuto dal progresso delle banche.
Fonte: Il Sole 24 Ore