Brand alla conquista di visibilità negli stadi e sulle magliette
“Everyone watches women’s sports”. Tutti guardano gli sport femminili. E’ la scritta che campeggia sulle magliette realizzate da Togethxr, fondata nel 2015 dalle campionesse Alex Morgan, Jessica Robertson, Sue Bird, Simone Manuel e Chloe Kim. T-shirt che si incontrano sugli spalti del basketball, del calcio e della pallavolo e non solo negli Stati Uniti. Si tratta allo stesso tempo di una costatazione, una speranza, una previsione, che trova nei numeri delle leghe statunitensi un riscontro concreto. E i brand non si stanno lasciando sfuggire questo trend. I ricavi della sponsorizzazione delle squadra Wnba hanno raggiunto i 76 milioni di dollari nel 2024, con un aumento del +52% rispetto al 2022. Più in generale Deloitte stima che gli sport femminili possano generare 2,35 miliardi di dollari di ricavi nel 2025, con un balzo del 25% rispetto ai 1,88 miliardi di dollari da record dello scorso anno. Gli accordi di sponsorizzazione per le principali società sportive femminili sono aumentati del 12% anno su anno durante la stagione 2024-25, crescendo a un tasso di quasi il 50% più veloce di quanto le principali leghe professionisti maschili abbiano sperimentato l’anno scorso, secondo lo SponsorUnited’s Women in Sports Report.
Le mosse della cosmetica
Un’ultima conferma è arrivata con l’annuncio dei brand di Rihanna che hanno deciso di “truccare” la Wnba, che sta assumendo un nuovo volto grazie alle nuove leve del 2024 (Clark, Reese, Brink) e del 2025 (Bueckers e Van Lith). Le giovani star del parquet stanno coinvolgendo le nuove generazioni e i brand della cosmetica vogliono cercare di conquistare un nuovo spazio di marketing, anche per il seguito che le giocatrici hanno sui social. Se Fenty Beauty e Fenty Skin hanno siglato una partnership con le New York Liberty, CoverGirl è sponsor ufficiale del Chicago Sky e Sephora ha investito sulle Golden State Valkyries. Ma la styrada era stata aperta nel 2020, quando Glossier è diventato il primo “partner di bellezza” della Wnba, restando tutt’oggi uno sponsor chiave per la lega, che conta anche su Gatorate. Ma mentre marchi di primo piano come State Farm, Microsoft e Michelob Ultra concentrano l’attenzione sui grandi campionati come Wnba e Nwsl, brand come Bic stanno puntando su sport emergenti, confermando la tendenza segnalata da Deloitte secondo cui cricket, rugby e pallavolo stanno attirando crescenti investimenti.
Le tifose
D’altra parte, tornando alle proiezioni per il futuro, il numero di fan degli sport al femminile sono stimati in forte crescita e il 60% dei tifosi sarà di sesso femminile entro il 2030 (almeno per il calcio), creando uno dei pochi sport in cui le donne rappresentano la maggioranza del pubblico, secondo Deloitte. Si pensi solo alla Coppa del Mondo femminile FIFA 2023, che ha raggiunto un’audience di 2 miliardi di media, mentre gli accordi di sponsorizzazione sono triplicati rispetto al 2019.
Se a questo si aggiunge che entro il 2028 le donne controlleranno il 75% delle decisioni di acquisto delle famiglie, si comprende come a doversi muovere nella direzione degli sport femminili non dovrebbero essere solo le società della cosmetica. Anche perché il 47% dei fan è tra le persone che guadagnano di più a livello globale e il 50% ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, una fascia demografica privilegiata dal punto di vista commerciale secondo il report di Deloitte.
In Italia mancano gli sponsor
E il trend non è solo statunitense. Quest’estate l’Italia ha festeggiato il ritorno alla semifinale di un Europeo delle azzurre del calcio dopo 28 anni, il bronzo della Nazionale di basket dopo 30 anni, la vittoria della Volley Nations League con il record di 30 vittorie consecutive (se si tiene conto anche dei mondiali in corso) e l’Italia impegnata nei mondiali di rugby in Inghilterra. Al ritorno alle partite di club mancano solo gli spalti pieni e sponsor e investitori per sostenere le vittorie future.
Fonte: Il Sole 24 Ore