Breglia (Scenari): «Il RE terrà nonostante i dazi. Opportunità in Ue per gli investitori istituzionali»

Breglia (Scenari): «Il RE terrà nonostante i dazi. Opportunità in Ue per gli investitori istituzionali»

Avranno i dazi introdotti dall’amministrazione Trump un effetto anche sul settore immobiliare nazionale? Secondo Mario Breglia, presidente e fondatore di Scenari Immobiliari, ricadute sul settore immobiliare potrebbero esserci e magari non negative.
«Lo scenario – ha detto Breglia – potrà essere positivo per gli investimenti istituzionali perché i dazi non toccano la finanza, bensì l’economia reale. I flussi finanziari sono inalterati e i grandi investitori internazionali continueranno a orientarsi su investimenti più sicuri e meno instabili, oltre che su prodotti immobiliari più garantiti come gli uffici e la logistica». Dunque, nel breve-medio termine, «gli investitori istituzionali potranno ampliare la quota immobiliare che hanno in portafoglio. E si orienteranno sempre di più verso Paesi europei che garantiscono stabilità, come Germania, Francia, Inghilterra e Italia. Pensiamo alla grande attrattività e ai volumi di investimento che individuano il grande exploit della Spagna».
Insomma, per Breglia, «a conti fatti, quelle sui dazi per gli investitori istituzionali non sono cattive notizie». Per quanto riguarda invece le famiglie, «è possibile che si vada verso ulteriori riduzioni del costo del denaro, con un conseguente calo delle rate dei mutui, cosa che potrebbe incoraggiare gli acquisti. Mentre notizie negative potrebbero arrivare dalle nuove costruzioni, qualora si registrasse un incremento dei costi dei materiali, che al momento non sembrano particolarmente colpiti».

L’innovazione è realtà economica, elemento centrale per la crescita e ridistributore sociale per garantire opportunità per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, con impatti sui mercati, sull’occupazione e sulla sostenibilità ambientale. Con l’impiego di tecniche e tecnologie innovative, nel 2035 il real estate potrà generare 535 miliardi di euro di ricchezza del nostro Paese, per arrivare fino a 800 miliardi nel 2050. E’ quanto emerge dal report presentato durante l’Innovation Forum di Scenari Immobiliari e Dils.
Secondo il rapporto, «l’innovazione, leva determinante per realizzare nuovi modelli di sviluppo economico e rigenerare le strutture sociali, è necessaria per affrontare le grandi sfide del nostro tempo: demografica, ecologica e digitale. Nello scenario globale, caratterizzato da profonde trasformazioni, la capacità di produrre innovazione e valorizzare conoscenza si conferma il principale fattore di competitività».

L’innovazione, ha aggiunto ancora Mario Breglia, «è ormai infrastruttura del real estate. Al suo interno, finanza, edilizia e servizi immobiliari stanno ridisegnando le strutture produttive, integrando tecnologie digitali e soluzioni sostenibili all’interno dell’intera filiera immobiliare, volano per la modernizzazione economica e per la creazione di valore diffuso. Oggi, il settore immobiliare in Italia rappresenta il 22% del valore aggiunto nazionale, impiega due milioni di persone in oltre 740mila imprese attive. Ma è nel futuro la visione più importante, negli scenari evolutivi al 2035 e al 2050».

L’innovazione è il driver principale dell’evoluzione urbana e degli spazi in cui viviamo: «La tecnologia è un abilitatore, è fondamentale intercettare i trend globali e tradurli in soluzioni concrete – ha detto Giuseppe Amitrano, founder & group ceo di Dils -. In un mondo in cui si investono 2.500 miliardi di dollari ogni anno in ricerca e sviluppo, di cui una quota significativa destinata all’innovazione in ambito tecnologico, l’Italia mostra importanti elementi di forza: dal 2014 al 2024 ha registrato una progressione costante nelle performance, grazie anche a un sistema di micro, piccole e medie imprese altamente reattive e a una rete di ricerca pubblica e universitaria di alto livello».

Fonte: Il Sole 24 Ore