Buccellati celebra 100 anni della sua boutique di Roma

Buccellati celebra 100 anni della sua boutique di Roma

«Questo è il nostro unico negozio a essere rimasto sempre qui, anche gli arredi e le teche sono originali»: c’è un comprensibile orgoglio nelle parole di Nicolas Luchsinger, ad di Buccellati, a Roma per celebrare i 100 anni della boutique al 31 di via Condotti aperta nel 1925 da Mario Buccellati, fondatore della maison. Fu proprio lui a volere quei caratteri così peculiari dell’insegna con il suo cognome, in quel “barocchino” che evoca l’arte orafa della famiglia e che da un secolo turisti e residenti ammirano per la loro originalità.

Per l’occasione il negozio ospita (fino al 31 dicembre) una mostra di creazioni d’archivio dagli anni Venti ai Novanta, con pezzi simbolo come le creazioni della collezione Furry e le minaudière, ma anche la straordinaria collana con cristalli di rocca ordinata da D’Annunzio (amico ed estimatore di Mario Buccellati) per Eleonora Duse, la collana degli anni Settanta in smeraldi e zaffiri disegnata per Jacques Couëlle, architetto che disegnò la Costa Smeralda (dove Buccellati fu fra i primi ad aprire una boutique) e la parure disegnata da Federico Buccellati, al quale il padre Mario indicò di seguire l’apertura di Roma.

Amata dai divi di Cinecittà, «oggi è frequentata da moltissimi stranieri, soprattutto statunitensi, anche più di quanto accada a Milano», spiega Maria Cristina Buccellati, nipote del fondatore e responsabile della comunicazione dell’azienda. In vetrina, sempre per l’occasione, brilla la tiara disegnata proprio nel 1925 da Mario, e una collana con malachiti commissionata negli stessi anni dal celebre baritono Titta Ruffo per la sorella.

A celebrare il primo secolo del negozio è anche la nuova versione della spilla Magnolia con pistilli in diamanti, gemma simbolo di eternità, evoluzione di quelle recentemente presentate alla mostra “Flowers” alla Saatchi Gallery di Londra, con pistilli in pietre colorate, tutte creazioni di Andrea Buccellati, alla guida creativa della maison di famiglia.

Fonte: Il Sole 24 Ore