BYD rallenta la produzione in Cina ma accelera in Europa
Il colosso cinese dell’auto elettrica, BYD, sta rallentando la corsa: ha deciso di ridurre il ritmo produttivo e frenare i piani di espansione, cancellando i turni notturni in alcune fabbriche e rinviando l’avvio di nuovi impianti. Una scelta, confermata da fonti interne, che fotografa il clima attuale del mercato automobilistico cinese, sempre più affollato e competitivo.In almeno quattro stabilimenti, BYD ha tagliato la produzione di un terzo.
Non si tratta di un annuncio ufficiale, ma di misure messe in atto per contenere i costi e alleggerire magazzini che iniziano a farsi troppo pieni: oggi i concessionari BYD hanno scorte per 3,21 mesi, più del doppio rispetto alla media del settore (1,38 mesi). La strategia aggressiva che aveva portato il gruppo a superare Tesla nel 2024, con 4,27 milioni di veicoli elettrici venduti a livello globale, si scontra ora con un mercato interno sempre più maturo. I dati dell’associazione cinese dei produttori d’auto raccontano un rallentamento evidente: +13% ad aprile, appena +0,2% a maggio, il ritmo più basso registrato da inizio anno.
Guerra dei prezzi: effetti a catena
Nel frattempo, in Cina infuria una guerra dei prezzi. Per rimanere competitiva, BYD ha dovuto abbassare il listino del suo modello più economico a 55.800 yuan (circa 7.800 dollari), innescando una serie di ribassi anche tra i concorrenti e mettendo sotto stress l’intera catena produttiva e distributiva. Le associazioni di categoria hanno lanciato un appello ai costruttori: produrre in modo “più ragionevole” ed evitare di riversare troppi veicoli sui dealer. E qualche segnale di crisi già emerge: alcuni grandi rivenditori BYD sono stati costretti a chiudere.
Prospettive e punti di forza
Nonostante tutto, gli analisti di HSBC restano fiduciosi e vedono BYD in una posizione migliore rispetto a molti rivali in questa sfida sui prezzi. Le vendite di giugno hanno già dato qualche segnale positivo, grazie anche a campagne promozionali mirate. Ma il vero punto di forza del gruppo sono i margini più elevati ottenuti sulle esportazioni, che nei primi cinque mesi del 2025 hanno già pesato per il 20% sul totale delle vendite. Ed è proprio la spinta verso l’estero che sta aiutando BYD a compensare la frenata del mercato domestico. In Borsa il colosso di Shenzhen è avanzato del 46% a Hong Kong da inizio d’anno e la capitalizzazione è 150 miliardi di dollari, tre volte quella del Gruppo Volkswagen.
Obiettivo Europa: accordo in Austria per l’acciaio
Se in patria BYD frena, fuori dai confini accelera. In Europa, per esempio, la strategia è ben chiara: espandersi. Di recente l’azienda ha siglato un accordo con il gruppo siderurgico austriaco Voestalpine per la fornitura di acciaio destinato al nuovo stabilimento ungherese di Szeged, prima fabbrica europea del gigante cinese, operativa da questo autunno. La collaborazione conferma la volontà di BYD di rafforzare la presenza locale. Entro la fine del 2025, il gruppo punta a essere operativo in 29 paesi europei con oltre mille concessionari. E a Budapest è in costruzione la nuova sede centrale europea, che ospiterà anche il primo centro di ricerca e sviluppo del continente.
Fonte: Il Sole 24 Ore