Byd sotto pressione: concorrenza in Cina e rischi dalle regole Ue
Per il quarto trimestre consecutivo Byd ha venduto più veicoli elettrici a batteria (Bev) di Tesla. E per la prima volta il gruppo di Shenzhen si avvia a chiudere un intero anno davanti al marchio guidato da Elon Musk. Un sorpasso storico, che consolida Byd come primo costruttore mondiale di auto a batteria, appena tre anni e mezzo dopo avere cessato di produrre veicoli con motore a combustione interna (marzo 2022). Eppure, nonostante il primato, gli elementi di incertezza non mancano. Dalla scorsa primavera il titolo ha velocemente perso quota in Borsa – circa -30% dai massimi di maggio – e a settembre è arrivato il primo calo delle consegne da febbraio 2024, a quota 396.270 veicoli, -5,5% su base annua.
Il tallone d’Achille delle plug-in. E l’Europa
La frenata è dovuta esclusivamente alle ibride plug-in (Phev), crollate del 25,6% il mese scorso in Cina, dove peraltro le vendite sono in calo da sei mesi consecutivi. Al contrario, i Bev hanno continuato a crescere (+24,3%). Non sarebbe un problema se non fosse che le plug-in restano una componente centrale della gamma, anche in Europa, dove il marchio sta accelerando, pur con una quota ancora marginale.
Bruxelles non ha ancora chiuso definitivamente i termini dello stop alla vendita di motori termici al 2035, mentre allo stato attuale le regole europee privilegiano l’elettrico puro e non giocano a favore delle plug-in. Un recente report di Transport & Environment ha messo in evidenza come molti modelli Phev emettano più CO2 di quanto dichiarato. La normativa europea in vista del 2030 sta diventando più stringente e orientata ai valori effettivi di emissioni, penalizzando le plug-in (rispetto ai Bev) sia dal punto di vista fiscale che dell’accesso a incentivi e crediti di flotta usati per consentire alle case di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
L’innovazione che può spostare gli equilibri
Lo stato delle discussioni tra costruttori, fornitori e Commissione europea riflette un atteggiamento formalmente flessibile da parte di quest’ultima, ma convinto che il futuro dell’auto sia elettrico, come ha ribadito la presidente Ursula von der Leyen al recente summit del 12 settembre. Tuttavia «anche Byd, come molti competitor cinesi e recentemente anche europei – commenta Dario Duse, Emea Leader per Automotive & Industrial e Italy Country Head di AlixPartners – sta lavorando o lavorerà su applicazioni innovative di plug-in, come i Range Extended EV (Reev, elettriche che usano il motore termico solo come generatore per ricaricare la batteria, garantendo trazione sempre elettrica e maggiore autonomia, ndr). I Reev potrebbero mutare l’equilibrio competitivo nel breve e medio termine, tanto in Cina quanto in Europa, regolamentazione permettendo».
Export in crescita, ma la frenata in Cina pesa di più
Intanto Byd ha rivisto al ribasso la guidance 2025, da 5 a 4,6 milioni di veicoli. All’estero la crescita è rapida: in Germania a settembre è stato raggiunto un record di 3mila immatricolazioni, e l’export globale del mese ha toccato 71.256 unità, il 120% in più su base annua. In Italia la casa cinese ha registrato 2.488 immatricolazioni, raggiungendo una quota di mercato del 2%, ormai tra i principali 20 marchi. Ma le vendite internazionali non sono sufficienti a compensare la debolezza del mercato domestico, dove Geely, Xpeng e Leapmotor guadagnano terreno.
Fonte: Il Sole 24 Ore