
Calcoli e strategie da ripensare per le esportazioni
I nuovi dazi del 15% previsti dall’ordine esecutivo del 31 luglio del presidente Usa Donald Trump per i prodotti Ue destinati agli Stati Uniti chiamano le imprese a rivedere calcoli e stategie. Ordine esecutivo, che secondo l’interpretazione fornita ieri dal portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill, «entrerà in vigore un minuto dopo la mezzanotte dell’8 agosto; quindi, alle sei del mattino ora di Bruxelles dell’8 agosto». Il «testo parla di sette giorni dopo, e da qui deriva – ha aggiunto Gill – la nostra interpretazione della data dell’8 agosto. Ma ovviamente saranno le autorità statunitensi a implementare i dazi, quindi sono loro le più indicate per confermare il significato e l’applicazione del proprio ordine esecutivo». Il tutto mentre è ancora in corso la trattativa per le esenzioni.
Ecco cosa cambia per le aziende in 5 punti
Sebbene non esista ancora un accordo commerciale tra Usa e Ue che definisca i dettagli e soprattutto le concessioni reciproche per gli scambi commerciali tra le due sponde dell’Oceano atlantico, le regole contenute nell’ordine esecutivo (Eo) denominato «Further modifying the reciprocal tariff rates» emanato a fine luglio stabiliscono, intanto, alcuni importanti passaggi che certamente rappresentano un primo tassello a disposizione delle imprese affinché queste ultime possano cominciare a impostare la propria politica commerciale nonché a valutare gli eventuali investimenti da poter attuare.
Va detto subito che nell’individuare la soglia massima prevista negli scambi con l’Unione europea, pari appunto al 15% di cui si dirà meglio tra breve, l’ordine esecutivo prevede anche una serie ulteriore di indicazioni utili riguardanti le aliquote daziarie aggiuntive che Trump ha riservato a numerosi altri Paesi, fornendo così una sorta di mappa “geodaziaria” che gli imprenditori (anche italiani) stanno attentamente analizzando per comprendere come posizionarsi nelle relative supply chain e come eventualmente modificare le proprie strategie di approvvigionamento e di vendita. Restano invariate le precedenti indicazioni riportate nell’Eo di aprile sulle quali l’attuale intervento non si esprime, in particolare l’esenzione prevista per i componenti Usa se pari almeno al 20% del valore del prodotto importato.
Bruxelles, invece, sembra aver adottato una linea più soft, sospendendo per altri sei mesi l’entrata in vigore delle contromisure destinate a colpire l’introduzione di merci made in Usa all’interno dei Paesi dell’Unione europea.
Fonte: Il Sole 24 Ore