Calderoli firma domani le pre-intese con Lombardia e Veneto. A seguire il comizio del centrodestra per Stefani
La firma delle pre-intese sull’autonomia differenziata. E’ la carta che il centrodestra si prepara a giocare in occasione del comizio di fine campagna elettorale che Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi terranno martedì pomeriggio a Padova, per tirare la volata al leghista Alberto Stefani, che corre per il posto di Luca Zaia. Martedì mattina, a ridosso dell’adunata al Teatro Geox, il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli si recherà a presso Palazzo Balbi a Venezia per firmare le pre-intese con il governatore Luca Zaia.
Le materie oggetto delle pre-intese
A seguire la firma nelle altre tre regioni che hanno fatto richiesta (Lombardia martedì pomeriggio; Liguria e Piemonte mercoledì). La pre-intesa riguarderà le prime quattro materie per cui non è prevista la definizione dei Lep, ossia quelle materie per le quali non occorre la preventiva individuazione dei livelli essenziali di prestazione sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Si tratta di: protezione civile, previdenza complementare e integrativa, professioni, nonché coordinamento della finanza pubblica in ambito sanitario.
L’accordo nel governo
La firma – informa una nota del ministero degli Affari regionali – è «a nome del Governo e con l’autorizzazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha espresso soddisfazione per l’attuazione del programma di Governo e condivide il percorso intrapreso per il completamento dei negoziati»
Le criticità
Sono mesi che la Lega è in pressing per la firma. Alla fine il Carroccio l’ha spuntata perché l’accordo tra i leader era firmare le pre-intese dopo le regionali per venire incontro alle perplessità di Fratelli d’Italia e di Forza Italia legate al fatto che il 23 e 24 novembre si vota anche in Campania e Puglia, regioni dove l’autonomia differenziata non ha grande appeal.
Ma restano le perplessità dei due alleati nel merito: i sanitari fronti su cui vorrebbe intervenire la Lega, ossia il personale e gli stipendi, sono di esclusiva competenza statale. Di più: nella sentenza della Corte costituzionale 192 del 2024 che ha di fatto smontato la legge Calderoli si stabilisce chiaramente che la distinzione tra materie Lep e materie no Lep non ha senso logico e giuridico. E ogni qualvolta una funzione differenziata riguardi un diritto civile o sociale ciò impone allo Stato di stabilire i relativi Lep prima della devoluzione. Se si guarda alle materie oggetto delle intese annunciate da Calderoli, i diritti fondamentali coinvolti sono più di uno: sicurezza, salute, libertà individuale, libertà di impresa, diritto alla previdenza. Insomma, intesa o non intesa, occorre comunque attendere la definizione dei Lep. E la legge delega, riscritta tenendo conto dei paletti della Consulta, non ha ancora iniziato l’iter in Senato.
Fonte: Il Sole 24 Ore