
Callery: «L’euro digitale va fatto in fretta, troppo tardi il lancio nel 2028»
«Fate l’euro digitale e fatelo in fretta. La tabella di marcia della Bce va accelerata: il lancio dell’euro digitale nel 2028 sarà troppo tardi. L’euro digitale deve partire molto prima, con meno ambizioni nel lancio iniziale ma anche senza tarparsi le ali. La moneta elettronica della Bce può iniziare a circolare nel primo semestre del 2026, e poi a scala nel secondo semestre. Non c’è bisogno di due anni di prove mentre Donald Trump accelera su stablecoin e cripto».
A premere sull’acceleratore dell’euro digitale è Fabrizio Callery, amministratore delegato di GFT Italia, uno dei 70 pionieri prescelti dalla Bce, tra banche, fornitori di servizi digitali, start-up e fin tech, per sperimentare le funzionalità dell’euro digitale e i casi d’uso e testare il tipo di infrastruttura e i pagamenti condizionati.
«L’approccio tipico europeo è quello di analizzare e regolare tutte le possibili ramificazioni, per poi passare a tutte le foglie: lo dico chiaramente, per me questo approccio è sbagliato per l’euro digitale – afferma in questa intervista esclusiva con IlSole24Ore -. Non bisogna fin da subito regolare tutte le applicazioni, risolvere a priori tutti i potenziali problemi e attuare il 100% delle opzioni e delle casistiche possibili. Così facendo l’euro digitale arriverà troppo tardi rispetto a Usa e Cina che vanno avanti molto velocemente. Non possiamo aspettare: le generazioni Alpha e Z stanno già comprando criptoattività e stablecoin in dollari Usa per fare pagamenti in Europa. Vanno scoraggiati con un’alternativa europea».
Come si potrà accelerare?
L’euro digitale può debuttare inizialmente nei soli 20 Stati membri dell’area dell’euro. Successivamente andrà esteso alla Ue. E poi al resto del mondo. Non serve che fin dall’inizio sia utilizzato da 300 milioni di cittadini europei in tutti i più piccoli POS, online e offline. Arriviamo al traguardo per gradi.
Fonte: Il Sole 24 Ore