Cambio dell’ora: che fine ha fatto la proposta di abolirlo in Europa?
Il video diffuso su X dal primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, in cui definisce «senza senso» spostare le lancette due volte l’anno, ha riacceso una discussione che da tempo sembrava chiusa. Il leader socialista ha riportato sotto i riflettori un tema che torna spesso nel dibattito ma che resta irrisolto: la possibilità di abolire definitivamente il cambio tra ora legale e ora solare in Europa.
Le origini del dibattito
L’idea di eliminare il cambio dell’ora non è recente. La proposta iniziò a prendere forma nel 2018, quando la Commissione europea, allora presieduta da Jean-Claude Juncker, avviò una consultazione pubblica per valutare l’opinione dei cittadini sul tema. Al sondaggio parteciparono 4,6 milioni di persone, di cui l’84% si dichiarò favorevole all’abolizione del cambio semestrale, con picchi del 93% in Spagna.
Sulla base di questi risultati, la Commissione propose al Parlamento europeo di porre fine al sistema, lasciando agli Stati membri la libertà di scegliere se mantenere l’ora solare o quella legale.
Il 26 marzo 2019, l’emiciclo approvò la mozione con 410 voti favorevoli, 192 contrari e 51 astensioni. Nel comunicato ufficiale, il Parlamento annunciò che ogni Stato membro avrebbe deciso il proprio orario standard e che l’ultima modifica stagionale sarebbe avvenuta nel 2021.
A quel punto la questione fu affidata ai negoziati fra Parlamento e Consiglio dell’Ue, l’organo che riunisce i ministri competenti di tutti i governi dell’Unione. È qui che il processo si fermò: diversi Stati si mostrarono scettici, temendo che la rimozione del cambio dell’ora senza un coordinamento preciso avrebbe potuto creare confusione.
Fonte: Il Sole 24 Ore