Camera, dal 19 maggio la pdl su Iva al 5% per cessioni di beni d’arte

Camera, dal 19 maggio la pdl su Iva al 5% per cessioni di beni d’arte

Per il mercato italiano dell’arte i tempi per risolvere lo squilibrio fiscale sugli scambi in corso con Francia e Germania si fanno più chiari: il 19 maggio nell’Aula di Montecitorio ci sarà la discussione sulle linee generali della proposta di legge Amorese-Congedo (Fdi) “Modifiche alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernenti la riduzione dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto relativa a oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione”. Lo ha stabilito la Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio. La pdl è assegnata in sede referente alla commissione Finanze (in consultiva alle commissioni Affari Costituzionali, Bilancio, Cultura, Attività produttive e Politiche Ue), che il 14 gennaio ha svolto la relazione introduttiva, relatore Congedo. “La riduzione dell’Iva sulle cessioni di beni d’arte è necessaria e fondamentale per il rilancio del settore” ha sottolineato Amorese lo scorso 27 marzo scorso in occasione della presentazione del rapporto Nomisma sul mercato dell’arte in Italia.

Giuli ribadisce il sostegno del Mef

Sul tema è intervenuto ieri anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che rispondendo a un’interrogazione nel corso del question time a Montecitorio, ha confermato “la necessità di intervenire per ridurre l’aliquota Iva relativa a oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione e confermo che il Ministero dell’economia e delle finanze sostiene l’iniziativa. Stiamo definendo le coperture necessarie”. Obiettivo della pdl è sostenere il settore artistico italiano e gli operatori di tutta la filiera nazionale, “che si trovano a fronteggiare una crescente concorrenza internazionale nonché a operare nell’ambito di un quadro legislativo incerto e in evoluzione”, intervenendo sull’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto relativa agli oggetti d’arte, “nella consapevolezza che una riduzione fiscale determinerebbe il rilancio di un settore di estrema importanza, attirando al contempo artisti, collezionisti e investitori da tutto il mondo”.

Cosa dice la proposta di legge

Composta di tre articoli, è volta ad introdurre una riduzione – dal 10% al 5% – dell’aliquota Iva applicabile agli oggetti d’arte, di antiquariato e da collezione. Nel dettaglio, l’articolo 1 definisce i principi e le finalità della proposta di legge che intende disporre la riduzione dell’aliquota Iva relativa a oggetti d’arte, di antiquariato e da collezione al fine di rilanciare economicamente il settore dell’arte e dell’antiquariato. Tale riduzione è prevista nelle more del recepimento della Direttiva (UE) 2022/542 in materia di Iva, nonché nelle more dell’attuazione delle specifiche previsioni contenute nella Legge di Delega per la riforma fiscale, in tema di Iva applicabile alle importazioni delle opere d’arte (articolo 7, comma 1, lettera e), della legge 9 agosto 2023, n. 111) e, infine, nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento unionale (ai sensi dell’articolo 117, comma 1, della Costituzione).
La Direttiva (UE) 2022/542 prevede la possibilità per tutti gli Stati membri di applicare, in via eccezionale, delle aliquote Iva ridotte ai beni e servizi ammissibili, in un massimo di due aliquote ridotte non inferiori al 5%, un’aliquota ridotta inferiore al minimo del 5% e un’esenzione con diritto a detrazione dell’Iva a monte. In particolare, tra le principali novità della Direttiva, vi è l’aggiornamento dell’elenco di beni e servizi a cui gli Stati membri possono applicare aliquote Iva ridotte o esenzioni con diritto a detrazione di Iva, contenuto nell’Allegato III della Direttiva 2006/112/CE. Nell’Allegato vi si introduce il riferimento alle cessioni di oggetti d’arte, da collezione o d’antiquariato quale ulteriore fattispecie cui applicare l’aliquota ridotta Iva.
Inoltre, l’articolo 7, comma 1, lettera e) della Legge Delega per la riforma fiscale (n. 111 del 2023) prevede che il Governo, nell’attuazione della delega con riferimento all’imposta sul valore aggiunto, proceda alla riduzione dell’aliquota Iva all’importazione di opere d’arte, recependo la citata Direttiva (UE) 2022/542 ed estendendo l’aliquota ridotta anche alle cessioni di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione, come già fatto da Francia e Germania

L’articolo 2 reca poi disposizioni volte a ridurre dal 10 al 5% l’aliquota Iva applicabile agli oggetti d’arte, di antiquariato, da collezione importati, nonché agli oggetti d’arte ceduti dagli autori e dai loro eredi o legatari. A tal fine viene modificato il decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 e, in particolare, la Tabella A allegata al citato decreto, che individua l’elenco dei beni e servizi soggetti ad aliquote Iva ridotte. La lettera a) dell’unico comma dell’articolo 1 ricomprende nell’elenco dei beni e servizi soggetti all’aliquota del 5% i seguenti beni: oggetti d’arte, di antiquariato e da collezione importati; oggetti d’arte ceduti dagli autori e dai loro eredi o legatari. Con finalità di coordinamento, la successiva lettera b) espunge i predetti beni dall’elenco dei beni e servizi soggetti all’aliquota del 10 per cento. Per l’individuazione delle cessioni cui si rende applicabile l’aliquota Iva del 5%, si fa espresso riferimento all’elenco degli oggetti d’arte di cui alla lettera a) della tabella allegata al Decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41. L’articolo 3 reca la copertura finanziaria degli oneri derivanti dal provvedimento in esame, stimati in 90 milioni di euro a decorrere dal 2024.

Fonte: Il Sole 24 Ore