Campi Flegrei: nautica, aerospazio e turismo, le imprese resistono

Campi Flegrei: nautica, aerospazio e turismo, le imprese resistono

Il bradisismo ricomincia a tormentare l’area dei Campi Flegrei, quella che si affaccia sul Golfo di Pozzuoli, da Bagnoli a Monte di Procida, passando per Baia, Bacoli, Quarto, parte di Marano e una piccola zona di Giugliano, e di Napoli. Area colpita da una grande deindustrializzazione che dagli anni 80 lascia ancora i segni sul territorio. L’esempio più noto e impattante è quello di Bagnoli, ma lungo la costa flegrea gli scheletri delle vecchie fabbriche pubbliche abbandonate sono ancora numerosi. Alla fine del secolo si pensò di sostituire l’industria con il turismo, che trovava nelle bellezze ambientali e nel patrimonio storico e archeologico grandi attrazioni. Ma la conversione è avvenuta solo in parte: non sono poche le presenze industriali nell’area dei Campi Flegrei, anche con esempi di eccellenza, ma in numero minore rispetto al passato; il turismo ha avuto uno sviluppo, ma limitato a una offerta locale (mancano operatori internazionali) e a una domanda anch’essa di visitatori italiani o addirittura campani. Il bradisismo ha avuto un peso sullo sviluppo lento dell’area Flegrea? Le scosse di terremoto frequenti, l’allarme in ogni ora del giorno, la preoccupazione che le strutture possano cedere sono per i cittadini motivo di grande stress, ma l’impresa per lo più si è organizzata a far fronte e non pensa a delocalizzare.

Ad Arco Felice, in comune di Pozzuoli, troviamo lo stabilimento principale di Prysmian: eccellenza per la produzione di cavi sottomarini. «La fabbrica – dicono in azienda – ha stretti legami con Pozzuoli e molti dei dipendenti provengono dalla città o dalla zona circostante. La leadership di Prysmian nei cavi sottomarini non sarebbe possibile senza il know how produttivo dello stabilimento di Arco Felice. Le competenze delle persone che vi lavorano sono ciò che consente all’azienda di consegnare i complessi contratti “chiavi in mano” ». Una realtà importante anche per l’indotto che alimenta. «Terremoto? Bradisismo? Non producono alcun impatto sulla nostra produzione». Poco distante sul Lago Fusaro, a due passi dalla Casina Vanvitelliana, Mbda ha uno stabilimento di produzione di missili, e, a marzo scorso, ha annunciato un importante ampliamento in zona. Mentre sempre a Bacoli anche Leonardo costruisce sistemi radar . Attività a cui il Riarmo europeo sta dando una enorme spinta.

«Abbiamo un comparto industriale che conta non poche eccellenze – sintetizza Salvatore Lucci, presidente del Raggruppamento Territoriale Zoonale dell’area e delle isole flegree – con aziende aerospaziali, della cantieristica nautica…Posso citare Leonardo, GCE Generali costruzioni elettroniche, Fiart Mare, Sud Cantieri e altre. Queste realtà non vogliono delocalizzare, anzi si rafforzano. L’Unione industriali di Napoli ha avviato la costituzione di tavolo, con tutte le aziende flegree, per favorire la permanenza sul territorio».

Ciò vale anche per le Pmi. Ne è un esempio anche Dielle Srl, con 90 dipendenti e 24 milioni di fatturato, che si occupa di automazione industriale a Monte di Procida. «Abbiamo altre sedi, ma a Monte di Procida ci rimaniamo, anzi stiamo investendo in un’altra fabbrica», dice la ceo Maria De Lillo.

Fonte: Il Sole 24 Ore