
Camping, al 2027 mercato oltre il miliardo
Il turismo all’aria aperta – che include campeggi, villaggi e glamping – è in forte espansione. In Italia, il valore complessivo del mercato italiano (dati 2022) dei camping è stato pari a 900 milioni. Ma si stima che il segmento crescerà fino a 1,3 miliardi entro il 2027 (cagr +5,9%), rendendo l’Italia il secondo mercato europeo per dimensioni in questo segmento.
La fotografia del mercato l’ha scattata Clearwater, una delle principali società indipendenti di corporate finance in Europa focalizzata sul mid-market. A trainare il settore, una crescente domanda di esperienze sostenibili e a contatto con la natura; normative flessibili sulle strutture mobili in diversi Paesi Ue; attenzione al rapporto qualità/prezzo. Ma anche la trasformazione dei campeggi in resort familiari, completi di servizi (kids club, piscine, ristoranti).
In Europa, il valore atteso del mercato dell’hospitality è che raggiunga i 223 miliardi entro il 2027, con un cagr del +6,1% (2022–2027). Al 2022, il segmento camping europeo valeva 7,6 miliardi (il 4,6% del mercato) e, nel 2027, raggiungerà i 9 miliardi di euro. Nel 2023, l’Europa rappresenta il 53% del mercato globale dei campeggi.
Un percorso di crescita interessanti che all’estero, da tempo, attrae sempre più fondi di private equity e infrastrutturali, grazie alla resilienza ciclica e alla stabilità dei flussi di cassa; alla scalabilità tramite acquisizioni; al potenziale immobiliare delle strutture, anche tramite operazioni di sale & lease-back. In Francia e sud Europa, i grandi gruppi privati detengono già oltre la metà del mercato grazie a un’intensa attività di acquisizioni. L’obiettivo è raggiungere una dimensione critica per migliorare accesso al credito e la capacità di investimento e sfruttare le sinergie commerciali.
«Contrariamente alla Francia – spiega Niccolò Querci, managing partner di Clearwater – l’Italia resta un mercato frammentato, ma con crescente attenzione da parte dei fondi di private equity e operatori internazionali soprattutto nelle aree a a maggiore presenza di servizi e infrastrutture. Club del Sole è uno dei principali attori, il primo ad aprire il capitale ad investitori istituzionali e oggi è sostenuto da The Equity Club e NB Aurora. Cuirca un anno fa, Hines è entrato come primo socio in The Human Company insieme a Clessidra. Un’operazione da 120 milioni. I player italiani, in ogni caso, operano con margini Ebitda molto elevati (30–40%), grazie a modelli di gestione ibridi».
Fonte: Il Sole 24 Ore