caos dopo il blocco dei social media

caos dopo il blocco dei social media

A scatenare la rabbia dei protestanti, per la maggior parte giovani, è stato soprattutto il provvedimento del 4 settembre con cui il governo ha messo al bando 26 piattaforme social tra cui Facebook, YouTube, X e LinkedIn. L’esecutivo ha giustificato questa decisione con esigenze di trasparenza e responsabilità nella gestione dei servizi, che non avrebbero rispettato la scadenza fissata per sottoporsi alla supervisione statale.

Secondo i critici, si trattava in realtà un tentativo di censura e controllo politico. In risposta alle violenze, il 9 settembre il ban delle piattaforme è stato revocato e il primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli si è dimesso. Le dimostrazioni, però, sono proseguite e in rete hanno cominciato a circolare video di aggressioni a esponenti delle principali forze politiche del Paese.

La protesta della Gen Z

Data la grande partecipazione di giovani e il ruolo dei social network, da subito i media hanno definito la mobilitazione come “proteste della Gen Z”. I nati dal 1997 al 2012 vivono una condizione di particolare disagio sociale ed economico nello Stato himalayano, dove la disoccupazione giovanile raggiunge il 20%. Un malcontento aumentato nelle scorse settimane anche dai video circolati sui social che mostrano il lusso ostentato dai figli della classe politica.

Il fenomeno è diventato un trend che con l’hashtag “Nepo Kids” ha contribuito a diffondere indignazione e appelli alla rivolta. Su TikTok, che aveva rispettato la registrazione e ha continuato a operare anche durante il blocco, i video confrontano lo stile di vita sfarzoso dei figli dei leader politici con la povertà della maggioranza dei nepalesi. “Speak up people”, si legge in un uno dei tanti post contro la corruzione.

L’oscuramento delle piattaforme, inoltre, ha fatto emergere un malessere più profondo. Per molti giovani, i social sono l’unico modo per rimanere in contatto con amici e familiari costretti a emigrare in cerca di opportunità.

Fonte: Il Sole 24 Ore