Caro caffè, quotazioni ai massimi storici e sul mercato ci sarà ancora alta volatilità

Caro caffè, quotazioni ai massimi storici e sul mercato ci sarà ancora alta volatilità

Dietro il caro tazzina ci sono i rincari record della materia prima, che ha ripreso a correre dopo una breve pausa nei primi mesi dell’anno. Da inizio agosto i prezzi del caffè Arabica e Robusta sono aumentati di circa il 40%, con punte superiori al 50% per l’Arabica, tornata vicina al record di febbraio 2025. L’incertezza legata all’introduzione di un dazio al 50% sul prodotto brasiliano da parte degli Usa, ha innestato una nuova fase speculativa di scommesse al rialzo da parte dei fondi, con un aumento esponenziale dei contratti degli operatori non commerciali.

A stabilizzare il mercato, spiegano gli analisti, non aiuta nemmeno la debolezza del dollaro consolidata col taglio dei tassi di giovedì. A guidare i rialzi e alimentare la speculazione è soprattutto l’incertezza relativa all’offerta di Arabica in Brasile e Colombia, con una revisione al ribasso dovuta al maltempo fino al 5% delle stime sulla produzione brasiliana. I danni di siccità e gelate in alcune aree però sono ancora da valutare e il taglio dell’offerta potrebbe sfiorare il 20 per cento, con impatti anche sulla campagna 2026-27.

Anche in Colombia la produzione 2025-26 è prevista in calo del 5%, principalmente per gli effetti di El Nino, con abbondanti precipitazioni in fase di fioritura, che si aggiungono agli scarsi investimenti dei produttori. In questa congiuntura, a soffrire sono anche gli stock certificati di borsa. Sempre per la varietà Arabica, settembre rappresenta il quarto mese consecutivo di calo, ormai ai minimi da aprile 2024.

«E’ da quattro anni che la produzione globale non tiene il passo dei consumi e le scorte di caffè si riducono in maniera progressiva – spiega Enrica Gentile, ad di Areté –. La prossima campagna, in avvio ad ottobre, doveva essere la prima a portare un nuovo un accumulo di scorte, al punto da aver determinato la contrazione dei prezzi nel periodo febbraio-luglio 2025. Le rinnovate preoccupazioni scatenate dal deteriorarsi delle condizioni meteo e dai dazi Usa stanno alimentando una nuova fase di volatilità in cui il mercato sembra voler testare nuovamente i picchi di prezzo toccati a febbraio 2025».

Fonte: Il Sole 24 Ore