Carrefour potrebbe uscire dal mercato italiano

Carrefour potrebbe uscire dal mercato italiano

Riprende quota quella che per il momento è l’ipotesi che Carrefour possa uscire dal mercato italiano. A dirlo è il settimanale tedesco Lebensmittel Zeitung che parla di manifestazioni d’interesse, tra gli altri, da parte della tedesca Lidl ma anche di Conad ed Esselunga. Tutte le società interpellate dal Sole-24 Ore hanno preferito non commentare questi rumors. Il periodico tedesco cita fonti anonime interne a diversi retailer europei, secondo cui Carrefour è già in trattative con diverse insegne europee per la cessione del business italiano. Già lo scorso novembre, questa volta a dirlo era il Financial TImes, si parlava di una exit strategy dai paesi “non core” tra cui l’Italia insieme a Belgio, Romania, Polonia mentre negli ultimi mesi Carrefour è uscita da Giordania e Oman.

La multinazionale francese nel novembre 2022, durante l’emergenza sanitaria, aveva annunciato il «Carrefour 2026 strategic plan» che aveva come obiettivo il raggiungimento della leadership nella distribuzione, in un contesto economico, sociale e climatico estremamente mutevole.

L’Italia però continua ad essere avara di soddisfazioni e la produttività (le vendite per metro quadro ndr) di Carrefour Italia è, secondo le ultime rilevazioni di Mediobanca, nettamente al di sotto della media italiana con soli 5.716 euro contro i 7.770 del dato nazionale. Così il 2024 è terminato con ricavi per 4,18 miliardi, -2,6% a parità di perimetro. Tra il 2019 e il 2023, secondo il report Gdo di Mediobanca, Carrefour in Italia ha accumulato perdite per 874,2 milioni. Sempre secondo i dati Mediobanca l’insegna francese soffre sia sul mercato domestico che nelle attività estere, sempre con performance al di sotto della media del settore.

Insomma una vera e propria emergenza redditività. Sempre in Italia è stata messa in atto una strategia per cedere i propri punti vendita, di tutte le dimensioni, ad imprenditori affiliati secondo la formula del franchising. Una via per alleggerirsi degli asset più critici.

Fonte: Il Sole 24 Ore