Carriere separate per giudici e Pm. Oggi cambia funzioni lo 0,5% dei magistrati
A sancire la separazione delle carriere dei magistrati è il nuovo testo del primo comma dell’articolo 104 della Costituzione, proposto dal disegno di legge di riforma costituzionale della giustizia. La disposizione conferma, intanto, come è previsto già oggi, che la magistratura «costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere», ma poi aggiunge che «è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente», vale a dire giudici e pubblici ministeri, destinati a seguire carriere separate.
Si tratta di una novità che avrà bisogno di essere attuata. Tanto che la riforma propone di modificare l’articolo 102 della Costituzione per precisare che dovranno essere le norme sull’ordinamento giudiziario a disciplinare «le distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti».
Le regole in vigore
Oggi, infatti, c’è un canale unico per accedere alla magistratura professionale. Occorre intanto superare un concorso pubblico, bandito periodicamente dal ministero della Giustizia; i vincitori devono poi svolgere un tirocinio di 18 mesi, al termine del quale il Consiglio superiore della magistratura esprime il giudizio di idoneità al conferimento delle funzioni giudiziarie.
Per i magistrati in servizio è da sempre previsto che possano passare dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa. Ma si tratta di una chance che nel tempo è stata rivista e circoscritta. La disciplina è contenuta nel decreto legislativo 160 del 2006 che, da ultimo, è stato modificato dalla riforma Cartabia dell’ordinamento giudiziario (71 del 2022).
Ora un magistrato può di norma chiedere il cambio di funzioni una sola volta nel corso della carriera ed entro sei anni da quando matura per la prima volta la legittimazione al tramutamento.
Fonte: Il Sole 24 Ore