
Casa, Irpef, salari: il piano del governo per aiutare il ceto medio
Un piano organico a sostegno del ceto medio. È questo il perno attorno a cui ruota la prossima Legge di Bilancio. Dal taglio dell’Irpef per i redditi fino a 60 mila euro, al piano casa calmierato per le giovani coppie, fino agli interventi sui salari, l’esecutivo punta a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie italiane e ridurre il peso del carovita. Il governo scommette su tre leve – casa, tasse e salari – per rafforzare il ceto medio, fascia sociale che più di altre ha pagato negli ultimi anni gli effetti combinati di inflazione, stagnazione salariale e costo del credito. La sfida è duplice: dare respiro immediato ai redditi e, allo stesso tempo, non compromettere gli obiettivi di finanza pubblica e il percorso di consolidamento richiesto dall’Europa.
Casa: il ritorno di un piano “calmierato”
Il governo intende lanciare un programma per la prima abitazione a prezzi calmierati, con priorità alle giovani coppie. L’obiettivo è duplice: da un lato facilitare l’accesso alla casa in un mercato immobiliare segnato da rincari e scarsità di offerta, dall’altro incentivare la natalità e la stabilità sociale. Il progetto richiama, nelle intenzioni, alcune esperienze di housing pubblico, ma con una forte componente di partenariato privato.
Irpef: la sforbiciata al 33%
Il capitolo più rilevante riguarda la fiscalità. In manovra dovrebbe entrare il taglio dell’aliquota Irpef intermedia, che passerebbe dal 35% al 33% fino a 60 mila euro di reddito lordo. Una misura che intercetta la fascia più ampia del ceto medio e che, secondo le simulazioni, genererebbe un risparmio fino a 1.440 euro l’anno per chi si colloca nella parte alta dello scaglione. Per chi guadagna 50 mila euro, il beneficio sarebbe intorno ai 440 euro annui. Il costo per le casse dello Stato è stimato tra i 3 e i 4 miliardi di euro, a seconda della soglia definitiva (50 mila o 60 mila euro). Un impegno non banale, che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha definito “sostenibile solo attraverso una revisione attenta della spesa”.
Salari: spinta ai contratti e meno tasse
Sul fronte del lavoro, Forza Italia ha rilanciato con forza la necessità di alleggerire il cuneo fiscale e rafforzare i contratti collettivi. In particolare, si punta a: detassare premi di produzione e straordinari; garantire minimi salariali più robusti, contrastando i cosiddetti contratti pirata; estendere i meccanismi di adeguamento automatico all’inflazione (IPCA) già in vigore in alcuni settori industriali. L’obiettivo dichiarato è “blindare” i salari reali in un contesto in cui l’inflazione, pur in calo, continua a erodere la capacità di spesa delle famiglie.
Le incognite
Il pacchetto di misure si inserisce in un quadro di finanza pubblica teso. Da un lato, la premier Giorgia Meloni ha ribadito la volontà di «restituire centralità al ceto medio», dall’altro Bruxelles chiede rigore sui conti e una riduzione graduale del debito. L’equilibrio tra stimolo alla domanda interna e sostenibilità fiscale sarà quindi il vero banco di prova.
Fonte: Il Sole 24 Ore