
Case all’estero, l’Italia spopola tra gli inglesi
Agli inglesi la casa in Italia piace sempre di più: nel primo semestre 2025 il numero di cittadini britannici che cercano un immobile nel nostro Paese è aumentato del 28,01% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo gli ultimi dati elaborati da Gate-away.com, il portale italiano dedicato esclusivamente agli acquirenti stranieri.
L’Italia è la prima scelta dei cittadini britannici che cercano una casa all’estero, seguita a molta distanza da Spagna e Portogallo. Oltre metà degli inglesi, secondo il report, concentrano le loro ricerche solo in Italia, citando come motivazioni la qualità della vita, il patrimonio culturale, la natura e il clima.
Le cinque zone dove si sono concentrate maggiormente le richieste di abitazioni quest’anno sono il Salento, la Valle d’Itra, il Monferrato, la Lunigiana e il lago di Como. Scelte non ovvie, che dimostrano come le preferenze degli inglesi si siano evolute rispetto al passato, quando erano zone come il Chianti o la Versilia a dominare incontrastate.
La Toscana infatti ha perso la prima posizione in classifica tra le regioni più gettonate, conquistata invece dalla Sicilia che ha registrato un aumento delle richieste del 99% rispetto al primo semestre 2024. A seguire regioni che destano un crescente interesse tra gli stranieri come Puglia, Piemonte, Liguria, Abruzzo e Calabria.
“L’Italia esercita da sempre un fascino straordinario sugli acquirenti del Regno Unito -, spiega Simone Rossi, co-fondatore di Gate-away.com. “Per molti di loro, acquistare una casa nel Belpaese non è solo una scelta immobiliare, ma un modo per riscrivere il proprio quotidiano. Cercano un ritmo diverso, più umano, dove il tempo non sia scandito solo dal lavoro ma anche dal piacere di vivere. Trovano qui un equilibrio che altrove sembra smarrito: il pranzo in famiglia, la passeggiata nel borgo, la piazza come luogo di incontro. È questo insieme di elementi – il paesaggio, la storia, la qualità della vita e l’accoglienza delle persone – a rendere l’Italia per molti britannici un rifugio, una seconda possibilità, un ritorno a ciò che conta davvero.”
Fonte: Il Sole 24 Ore