Casta Diva Group passa dall’Ai all’Oi. E si chiede: «Dov’è l’onda?»

Dopo la prima campagna generata dall’intelligenza artificiale «Questo lo abbiamo fatto domani», Casta Diva Group torna a sperimentare con le nuove tecnologie e presenta «Dov’è l’onda?» e il suo nuovo approccio: Oi – Open Imagination.

Il visual cattura l’attenzione su un’assenza di immagine associata a una domanda. Attorno troviamo un oceano molto più vasto di quello rappresentato dalla celebre xilografia La grande onda di Kanagawa realizzata dal pittore giapponese Hokusai quasi 200 anni fa. È stato realizzato con l’Intelligenza Artificiale, ma per allargare il nostro orizzonte non è sufficiente riprodurre il mare all’infinito perché mancherà il senso e il valore dell’onda: gli uomini in barca sopraffatti da una forza superiore.

Come recita la body copy infatti «l’Ai è in tutti i device che utilizziamo ogni giorno. Ci consente di espandere il mondo attorno a noi ricostruendo contesti fuori tela, immaginando nuove geometrie, aprendo potenzialità inespresse. Ma cosa sarebbe La grande onda di Hokusai senza i pescatori travolti dalla tempesta? Una distesa di acqua blu, un mare come un altro, non certo un’icona vibrante da due secoli. L’onda che cerchiamo è quella che attiva le emozioni. Perché è così che vogliamo usare l’Ai: per aprire la nostra immaginazione. Noi, in Casta Diva, la chiamiamo Oi Open Imagination».

Dall’assenza del «core» di un’opera famosa intende partire un approccio Open Imagination: La grande onda di Kanagawa senza i pescatori è come l’Ai senza l’Oi perché è l’immaginazione dell’artista a creare l’emozione che resta negli occhi di chi guarda. «Con Paolo Giorgi, Direttore Creativo di questa campagna, ci siamo domandati: cosa possiamo chiedere all’Ai?», spiega Francesco Paolo Conticello, head of Communication & external relations di Casta Diva Group. «Onde, sì, ma non quel dettaglio che fa la differenza. “Dov’è l’onda?” esprime perfettamente ciò che pensiamo riguardo alle nuove tecnologie: sarebbe miope non conoscerle, ma la creatività umana sarà sempre una componente fondamentale. Ecco perché la nostra strada sarà quella della Open Imagination: vogliamo sfruttare le tecnologie più all’avanguardia per raccontare ciò che le nostre menti immaginano», conclude Conticello.

Fonte: Il Sole 24 Ore