Parte da un soggetto senza dubbio curioso questo lungometraggio che fin dal titolo parla di un possibile ritorno: “Volveréis” è infatti un film che parla di ricordi e malinconie, temi da affrontare mentre ci sono scatoloni da svuotare e decisioni da prendere. Ciò che emerge da quel passato condiviso va a scontrarsi con i sentimenti di un presente che si sta creando sotto i loro occhi e anche, forse, con la possibilità di un nuovo inizio, decisamente inatteso e capace di mettere in discussione le certezze costruite in anni di vita insieme.
Un film di contraddizioni
Festeggiare una separazione non è l’unica contraddizione di una pellicola che ragiona sul senso spesso paradossale dello stare insieme, attraverso numerosi ossimori e momenti in cui anche lo stile della regia va a mescolare registri molto diversi.
Tra il dramma esistenziale e la commedia delicata, “Volveréis” soffre di qualche didascalismo di troppo, ma la scrittura è efficace e la costruzione dei personaggi credibile al punto giusto.
Il lato metacinematografico ha momenti superflui (la linea che divide realtà e finzione non è così ficcante), mentre sono davvero brillanti e originali quelli inerenti a ciò che sono l’amore e i sentimenti: Trueba non scade nella retorica, ma usa l’ironia, dando vita a una pellicola agrodolce che riesce anche a divertire in alcuni passaggi.
Buono prova dei due protagonisti Itsaso Arana e Vito Sanz.
Fonte: Il Sole 24 Ore