
Cattelan, tutte le sue opere (e le sue parole) in un libro
Un libro che non è un libro, un autoritratto che nega la coerenza dell’autobiografia, una voce che si frammenta per ritrovare, tra ironia e verità, il senso profondo del fare arte. Con Beware of Yourself, appena pubblicato da Marsilio Arte in collaborazione con Pirelli HangarBicocca, Maurizio Cattelan firma – si fa per dire – la più ambiziosa e forse definitiva riflessione sul proprio lavoro, attraverso un dispositivo critico che intreccia immagine e parola, passato e presente, maschera e identità.
Realizzato con il supporto del Maurizio Cattelan’s Archive e frutto di una lunga ricerca curatoriale condotta da Roberta Tenconi, Vicente Todolí e Tatiana Palenzona “durata due anni, ma a me sono sembrati quattro”, fa lui – il volume si configura come un “oggetto narrativo non identificato”: non è una semplice monografia, né un catalogo ragionato e nemmeno un diario d’artista. È piuttosto una macchina disorientante e stratificata, capace di restituire la complessità e l’ambiguità di uno dei protagonisti più elusivi e radicali dell’arte contemporanea.
Dopo la mostra Breath Ghosts Blind (2021–2022), con cui Pirelli HangarBicocca propose una delle letture più dense e drammatiche della produzione di Cattelan e dopo la pubblicazione di Index nel 2022 – la raccolta integrale delle sue interviste – Beware of Yourself invita l’artista che ama parlare molto poco o affatto con il pubblico, in particolare con la stampa, a prendere parola, ma non nel modo consueto – perché – come ricorda lui stesso, “le interviste sono il luogo della falsità, dove si mente”.
Siamo nel quartier generali della Pirelli, a Milano, e con Cattelan abbiamo appena pranzato nella mensa aziendale insieme a centinaia di dipendenti. Menù del giorno: zuppa di ceci e arrosto di vitello, ma anche mozzarelle, patatine fritte, dolce e frutta. Il caffè lo prendiamo in una stanza riservata dove lui, più che parlare del libro – che si presenta come un flusso di coscienza in cui si alternano, senza gerarchia, riflessioni teoriche, ricordi personali, frammenti lirici e fulminanti intuizioni – lo sfoglia e lo firma ai presenti con pennarelli, timbri e uno scotch giallo e nero con il suo nome e il titolo della mostra, Beware of Yourself , una mappa mentale imprevedibile dove ogni snodo offre un’occasione per interrogare la realtà, sovvertire le convenzioni e smascherare i dispositivi del potere e i codici dell’identità.
Le opere, le mostre e i progetti speciali, anch’essi raccontati in prima persona, si inseriscono come possibili risposte – o rilanci – ai temi affrontati in una narrazione che rifiuta qualsiasi linearità. Al centro del volume, una lunga cronologia, per la prima volta così dettagliata, restituisce la traiettoria dell’artista dagli esordi tardi degli anni Ottanta fino al 2025. Una linea del tempo fitta, complessa, a tratti volutamente opaca, nella quale si intrecciano vicende pubbliche e private. “Ho un vuoto mnemonico di trent’anni – confessa l’artista – Non so cosa mi sia realmente successo. Questo libro è una maniera per colmare il buco nero che ho”. Eppure, quel vuoto, anziché colmarsi, si espande tra le pagine, diventando cifra stessa del metodo artistico tra sottrazione, ironia e ambiguità. Non mancano i rari interventi autografi dell’artista redatti tra il 1989 e oggi per riviste, cataloghi e occasioni istituzionali, delle testimonianze preziose che illuminano con rara chiarezza alcuni momenti della sua parabola: dal rifiuto delle retoriche artistiche all’ossessione per la morte, dall’uso del paradosso come leva critica al bisogno, quasi compulsivo, di nascondersi.
Fonte: Il Sole 24 Ore