
Cbs: identificato il nome del presunto killer di Kirk
L’IA crea il caos sulla ricerca social del killer di Kirk
Qualche ora dopo l’uccisione dell’attivista di destra Charlie Kirk, l’Fbi ha pubblicato online alcune foto, sfocate, del presunto killer. Da quel momento, come riporta il sito The Verge, gli utenti hanno utilizzato gli strumenti di intelligenza artificiale per migliorare le immagini. “Gli strumenti di IA non scoprono dettagli segreti in un’immagine sfocata, ma deducono cosa potrebbe esserci – scrive The Verge -, anche creando elementi che in realtà non esistono”. I principali smartphone oggi in circolazione integrano strumenti di IA nelle app fotografiche, per poter eliminare o aggiungere contenuti alle immagini in pochi minuti.
Come da ricerca di The Verge, sul social X e i forum sul web sono decine le grafiche generate dall’IA che si basano sui fotogrammi diffusi dall’Fbi e che mostrano come potrebbe essere il volto della persona ’di interesse’, persino nel colore degli occhi. Molte varianti arrivano da Grok, l’IA di X, altre da ChatGpt. “È improbabile che qualcuna di queste foto sia davvero utile all’Fbi – prosegue The Verge -, più che altro servono a ottenere facili like”. Lo Stato dello Utah ha in seguito pubblicato immagini più nitide del giovane, rivelando maggiori dettagli, dallo zaino al paio di scarpe. Affidarsi ai chatbot di IA per trovare notizie sul killer sta producendo, in alcuni casi, disinformazione.
Il portale The Hindu riporta esempi di risposte di Grok e ChatGpt, che affermano come l’assassino sia un democratico dello Utah di nome Michael Mallinson. I chatbot attribuiscono l’informazione, una bufala, alla Cnn e al New York Times. “Le notizie spesso innescano una frenetica ricerca di nuove informazioni sui social media – scrive The Hindu -, portando a false conclusioni che poi i chatbot ripropongono, contribuendo ad aumentare il caos”.
Loading…
Fonte: Il Sole 24 Ore