Cedolare secca per l’inquilino impresa, altro stop del Mef. Parola alle Sezioni Unite

Cedolare secca per l’inquilino impresa, altro stop del Mef. Parola alle Sezioni Unite

No alla cedolare secca per l’inquilino impresa. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti nel corso del question time in Aula al Senato ha ribadito la posizione di chiusura già espressa in passato, in contrasto con quanto stanno affermando diverse pronunce della Corte di cassazione. E ha auspicato che, a breve, sul tema siano coinvolte le Sezioni Unite.

Pareri discordanti

La questione riguarda il caso in cui le case vengano affittate da imprese che stipulano i contratti per le esigenze abitative dei loro dipendenti. Una situazione particolare, meritevole di tutela secondo la Cassazione. Diverse pronunce, infatti, hanno spiegato che il regime di tassazione flat non può essere negato se la controparte è una partita Iva che stipula l’accordo per soddisfare il bisogno abitativo di un suo dipendente (12395/2024, 12076 e 12079/2025). Sul punto, però, le Entrate hanno sempre espresso posizioni di chiusura, sostenute anche dal ministero dell’Economia che, in una risposta a interrogazione del 26 marzo 2025, aveva spiegato come la giurisprudenza sul tema non fosse ancora univoca.

Il question time

Giorgetti è tornato ad affrontare la questione, in risposta a un quesito del Gruppo Autonomie. Per il ministro i passi avanti registrati finora non sono sufficienti a cambiare le posizioni espresse in passato. Anche perché «a giudizio delle Entrate i recenti orientamenti risulterebbero non del tutto condivisibili». Alla luce dell’attuale quadro normativo comunque, secondo l’amministrazione finanziaria, resta viva «la regola per cui il locatario dovrebbe essere un soggetto che non agisce nell’esercizio della libertà d’impresa».

Accanto a questo, pesano certamente i riflessi a livello di finanza pubblica, come ha spiegato il ministro. L’estensione della cedolare secca ad altri casi, infatti, comporterebbe minori entrate nelle casse dello Stato. Un passo avanti potrebbe esserci soltanto con una pronuncia delle Sezioni Unite. «Allo stato si è ritenuto opportuno valutare con l’organo legale la possibilità di addivenire a un mutamento del recente giudizio giurisprudenziale anche tramite la richiesta di remissione della questione alle Sezioni Unite».

Fonte: Il Sole 24 Ore