Centro Italia, ancora un anno per il 110%

Centro Italia, ancora un anno per il 110%

Ancora un anno di superbonus al 110 per cento: ci sarà per tutto il 2026, con possibilità di cessione del credito e sconto in fattura. E un altro anno di Zona franca urbana. Le aree terremotate del Centro Italia incassano due importanti novità, legate alla ricostruzione privata, dal decreto Omnibus, appena approvato in Consiglio dei ministri. Anche se, in entrambi i casi, si procede per la strada del rigore di spesa: le misure sono sempre accompagnate da tetti massimi di copertura.

Le zone colpite dal sisma

Anzitutto, bisogna ricordare che per gli interventi effettuati nei Comuni dei territori colpiti da eventi sismici «verificatisi a far data dal 1° aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza», la maxi agevolazione spetta già, ancora nella misura del 110%, per le spese sostenute fino alla fine del 2025. In aggiunta, è ancora fruibile tramite esercizio delle opzioni per lo sconto in fattura o la cessione del credito, in base alle deroghe previste dai decreti Blocca cessioni.

Su questa base si innesta ora il Dl Omnibus, che aggiunge un anno di vita al superbonus, portandolo fino alla fine del 2026 nella versione al 110 per cento. In questo caso, però, si parla solo delle zone colpite da terremoti a partire dal 24 agosto 2016 (cioè, la data del terremoto in Centro Italia). Più nello specifico, lo sconto fiscale resta nei comuni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza.

Si parla di ricostruzione privata di immobili che risultano essere stati danneggiati terremoto: deve, quindi, esserci un nesso di causalità diretta, comprovato mediante scheda Aedes (le schede compilate per misurare l’impatto di un sisma e l’agibilità di un immobile) o un documento equivalente.

Fonte: Il Sole 24 Ore