Certificazione ItalyX, oltre 200 le aziende aderenti. Focus sui mercati arabi

Certificazione ItalyX, oltre 200 le aziende aderenti. Focus sui mercati arabi

Avviata nel novembre 2023 fa con l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, la certificazione ItalyX ha raccolto in meno di due anni l’adesione di quasi 200 aziende, di cui 150 certificate, che rappresentano un fatturato complessivo di oltre 5 miliardi di euro.

I numeri del progetto promosso dal Sole 24 Ore testimoniano la validità di questa iniziativa nata, per così dire, in tempi non sospetti e oggi divenuta «urgente e necessaria», come ha detto il direttore del Sole 24 Ore, fabio Tamburini, introducendo ieri l’«ItalyX Business Matching Meeting 2025», che si è svolto ieri nella sede del quotidiano. Tra guerre e dazi, lo scenario internazionale è diventato estremamente complesso, con impatti evidenti anche sul commercio globale: «Sono fiducioso che la fantasia e l’inventiva delle imprese italiane permetterà al nostro Paese di superare questa fase, ma per far fronte all’emergenza c’è una sola strada da seguire, diversificare i mercati», ha aggiunto Tamburini.

Uno strumento per diversificare

E proprio a questo scopo servono iniziative come la certificazione ItalyX, che si propone di «dare un contributo al sistema Paese e al mondo delle imprese, di cui Il Sole 24 Ore è espressione, valorizzando il racconto del più grande patrimonio che abbiamo, il made in Italy», ha aggiunto l’amministratore delegato del Sole, Federico Silvestri. I numeri raggiunti in due anni confermano che il progetto «respira e ha prospettive future – ha aggiunto Silvestri -. È un percorso che interessa soprattutto le pmi, spina dorsale dell’economia italiana, ma anche molte imprese di grandi dimensioni».

I numeri dell’iniziativa

Ed eccoli i numeri, riportati da Eraldo Minella, direttore generale area Servizi professionali e formazione del Sole 24 Ore: «Registriamo un’adesione di circa 10 nuove aziende al mese. Il 90% delle aziende sono pmi, tra cui marchi storici come Pastiglie Leone o realtà con eccellenze incredibili ma poco conosciute, mentre il 10% sono grandi aziende, tra cui De Cecco, Emu Group, Sabelli, E80 Group». All’interno delle tre tipologie di certificazione (manifattura, progettazione-design e distribuzione), i settori sono i più diversi, ma accomunati da un alto tasso di crescita e alta percentuale di export: fabbricazione (67%), alimentare (13%), arredamento (6%), tessile e farmaceutico (entrambi 5%), prodotti chimici e commercio all’ingrosso (al 4%). «Il progetto cresce anche in profondità – ha precisato Minella -: stiamo allargando il network di relazioni, dalle associazioni territoriali alle camere di commercio. È un ecosistema che si sta sviluppando».

Fonte: Il Sole 24 Ore