Cgil, aumentano i lavoratori attivi, in calo i pensionati che rappresentano quasi metà degli iscritti

Reti e terziario si conferma il settore produttivo con più iscritti (il 34,4% del totale) nella Cgil, ben oltre ad industria e costuzioni (28,1%). Il processo di terziarizzazione è in atto da anni per il sindacato guidato da Maurizio Landini che ha chiuso il tesseramento 2023 con un leggero calo, con 5.149.885 iscritti rispetto ai 5.168.924 del 2022, quindi con 19.039 in meno (-0,37%). Tra i principali settori produttivi il pubblico impiego pesa per il 22,7%, l’agroalimentare il 9,6%. All’apertura del tesseramento 2024 gli iscritti sono 4.167.345.

Più attivi, in calo i pensionati che sono il 47,9% degli iscritti

Tornando al tesseramento 2023 gli attivi continuano a superare i pensionati: sono ripsettivamente il 52,1% contro il 47,9%. Nel confronto tra 2023 e 2022 emerge un leggero aumento degli attivi ( sono 2.682.805, 38.173 in più, pari al +1,44%) ed un lieve calo dei pensionati (sono 2.467.080 ovvero 57.212 in meno, pari al -2,37%). Nella distribuzione per aree geografiche il maggior numero di iscritti prevale il Nord Et (27,4%), segue il Nord Ovest (+26,1%), il Centro con il 24,1% il Sud e le Isole il 22,4%.

Tra 51 e 65 anni il grosso degli iscritti (43,61%)

Quanto al genere gli uomini (50,8% degli iscritti) sono più delle donne (49,2%). L’81,87% sono italiani, il 13,67% stranieri extraUe, il 4,46% dell’Unione europea. I lavoratori esteri sono 486.392, con un aumento di 73.300 sul 2022 (+17,74%). Nelle classi d’età quella più consistente è da 51 a 65 anni che rappresenta il 43,61% degli iscritti (+0,98%). Segue quella da 36 a 50 anni che rappresenta il35,43% (-0,27%), fino a 35 anni il 15,42% (+5,41%) e oltre 65 anni con il 5,54% (+5,84%).

Raccolte 200mila firme per i quattro quesiti referendari

Il segretario Landini, nel presentare i dati del tesseramento ha anche fatto il punto sulla raccolta delle firme sui quattro referendum per il lavoro: «a due settimane dall’avvio abbiamo superato le 200mila firme, con un andamento che è assolutamente in crescendo, stiamo lavorando perché nei prossimi giorni accanto ai quesiti referendari saremo in grado di presentare anche delle proposte legislative di iniziativa popolare». La raccolta delle firme è stata avviata il 25 aprile sui quattro quesiti referendari promossi dalla Cgil, è necessario raccoglierne almeno 500mila.

Tra i quesiti, uno riguarda il superamento del contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs act con le norme sui licenziamenti che consentono alle imprese di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo masrzo del 2015. Un secondo quesito riguarda il tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende, affidando al giudice la quantificazione del risarcimento. Il terzo riguarda la cancellazione delle norme con la reintroduzione di causali rigide sui contratti a termine. Il quarto referendum è relativo agli appalti, sulla responsabilità del committente sugli infortuni.

Fonte: Il Sole 24 Ore