
Champions League da record: Inter-Barcellona fa felice Sky (e la Tv)
Spesso si sente dire che l’epoca della televisione generalista sia finita, che tutto oggi sia frammentazione, binge watching, algoritmi e schermi individuali. Ma poi arriva una semifinale di Champions League, Inter-Barcellona, e il Paese torna collettivo, torna come a respirare all’unisono davanti a un grande schermo. D’improvviso, i broadcaster sembrano respirare ancora a pieni polmoni, come se non fossero più in apnea nella nuova giungla digitale
Nella serata del 6 maggio, buona parte d’Italia si è ritrovata davanti al medesimo schermo. Non uno schermo qualsiasi, ma quello che trasmetteva la semifinale di ritorno di Champions League tra Inter e Barcellona. Risultato (sul versante televisivo): quasi 7,9 milioni in media, con un picco di 8,8 milioni nei minuti finali.
Gli ascolti (Tv8 e altre reti Sky)
Nel dettaglio, Sky — che ha trasmesso l’evento sui canali Sky Sport Uno, Sky Sport 251 e Sky Sport 4K — ha raggiunto 1,916 milioni di spettatori medi in Total Audience con un 8,5% di share, mentre TV8 ha totalizzato 5,973 milioni di spettatori medi e uno share del 27,3%, risultando il canale più visto della serata e facendo segnare il miglior risultato della sua storia in prime time.
Il picco assoluto poi, come detto, è arrivato nei minuti finali dei tempi supplementari, con 8,841 milioni di spettatori medi complessivi e uno share del 49,1%. Dati che hanno spinto TV8 a segnare il miglior ascolto all day della sua storia (10,1% di share) e a posizionarsi come terzo canale nazionale nell’arco dell’intera giornata, oltre che primo in prime time con il 26,5% di share.
L’ultimo rito collettivo
In un’epoca di streaming e algoritmi, di binge watching solitario e contenuti da consumare quando e come si vuole, il calcio in diretta si conferma quindi una roccaforte della visione sincronizzata. È un contenuto “imperdibile” nel senso più autentico del termine: o lo si guarda adesso, con tutti, o si perde il battito. È una liturgia laica, un evento culturale nel senso più largo, che si insinua nelle case, nei bar, nei telefoni, e nei meme che spuntano mentre il cronometro corre.
Fonte: Il Sole 24 Ore