Cina, Jack Ma è sparito e Pechino ordina ai media di non parlare di Alibaba

Di Jack Ma, patron di Alibaba e uomo fra i più ricchi della Cina, non si sa nulla da giorni. Ma soprattutto non si deve parlare. È questo l’ordine giunto ai media cinesi da parte del governo di Pechino. Ne dà notizia il Financial Times, che spiega come il regime abbia ordinato ai media del Paese di censurare ogni notizia riguardante il colosso tecnologico Alibaba e l’indagine antitrust in corso. E anche di non dare eco alle notizie provenienti dai media internazionali. La vicenda, insomma, deve essere circondata da un inquietante silenzio. E ora questa scelta delle autorità cinesi di esercitare un controllo asfissiante sulla copertura mediatica delle notizie riguardanti il gruppo di Ma, dimostra forse che la faccenda è diventata una questione di sensibilità politica nazionale in Cina.

Negli ultimi mesi, Pechino ha imposto un giro di vite sull’impero commerciale di Jack Ma. A cominciare dall’offerta pubblica iniziale di 37 miliardi di dollari dell’affiliata per i pagamenti di Alibaba, Ant Group, che è stata annullata dalle autorità all’ultimo minuto nello scorso mese di novembre. Qualche settimana dopo, le autorità di regolamentazione della concorrenza hanno annunciato un’indagine antitrust su Alibaba.

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Una vicenda che ha avuto eco internazionale e che, per la prima volta negli ultimi anni, pone la Cina in un ruolo diverso rispetto ai suoi colossi tecnologici: non più Paese volano, ma zavorra per bloccare la crescita incontrollata di alcune aziende e di alcuni imprenditori (Jack Ma su tutti). Proprio Jack Ma, nella sua ultima apparizione in pubblico, ad ottobre 2020, ha tenuto un discorso molto duro contro le banche statali e le autorità di regolamentazione finanziaria cinesi. Alla fine di dicembre, il braccio propagandistico del governo cinese ha ordinato ai media di rispettare rigorosamente la linea ufficiale di Pechino circa l’indagine antitrust su Alibaba e di non apportare modifiche o impegnarsi in un’analisi della vicenda senza autorizzazione.

Perché questo silenzio è importante

Il silenzio su Alibaba e su Jack Ma, imposto dal regime ai media statali, non è un fatto secondario. Anzi, si tratta di una direttiva abbastanza insolita. E c’è chi ricorda che questa imposizione ricorda quelle disposte per eventi politici molto importanti, come il processo a Bo Xilai, ex politico condannato all’ergastolo con l’accusa di corruzione. «Gli investimenti delle società di Jack Ma sono direttamente associati ad alcune delle famiglie politiche più potenti della Cina. Il fatto che questa volta si stia mettendo nei guai con lo Stato cinese ha probabilmente un’eco politica molto importante, non solo perché ha fatto un discorso che potrebbe aver colpito Xi Jinping, ma anche qualche altro funzionario del Partito Comunista», ha detto Xiao Qiang, un ricercatore dell’Università della California al Financial Times. Proprio Xi Jinping, pare sia stato coinvolto nella decisione di fermare l’IPO di Ant. E le azioni Alibaba hanno perso circa il 30% nelle settimane successive.

La leadership si sente sfidata

L’impressione più diffusa, fra gli analisti internazionali, è che col suo discorso di ottobre Jack Ma abbia in qualche modo sfidato Pechino. O almeno la leadership cinese e il partito a quanto pare hanno inteso le parole del fondatore di Alibaba come un guanto di sfida. Da quel giorno, non solo è stata bloccata l’IPO di Ant, ma l’intero impero di Ma è stato messo a soqquadro dalle autorità di regolamentazione. E le azioni per nascondere, mettere a tacere ogni informazione riguardante Alibaba e il suo fondatore si sono moltiplicate. Il mese scorso, le attività del sito di informazione Huxiu, sostenuto da Alibaba, sono state sospese dopo la pubblicazione di un editoriale che metteva in guardia contro un’eccessiva punizione dei gruppi tecnologici cinesi. L’editoriale sosteneva che i monopoli commerciali statunitensi avevano aiutato il Paese a conquistare il predominio del mercato globale, mentre le aziende tecnologiche cinesi non erano abbastanza grandi da giustificare le crescenti indagini antitrust. «Quando si tratta di aziende cinesi che si affacciano al mondo, non si può fare affidamento solo su Huawei, ma è giusto tenere in considerazione Tencent, Alibaba, ByteDance, Baidu, Xiaomi, BYD», era scritto in quel pezzo. Ma il regime non ha gradito. E Huxiu è stato sospeso. Perché oggi di Alibaba e di Jack Ma, in Cina, è meglio non parlare.

Fonte: Il Sole 24 Ore