
Claude: Anthropic cambia le regole sui dati degli utenti
Anthropic sta mettendo tutti gli utenti del chatbot Claude davanti a una scelta cruciale: entro il 28 settembre dovranno decidere se permettere all’azienda di utilizzare le loro conversazioni per addestrare i modelli di intelligenza artificiale. Un cambiamento radicale che segna una svolta nella strategia della compagnia fondata dagli ex-OpenAI e che arriva dopo che ChatGPT offre questa possibilità di opt-out dal maggio 2023.
La rivoluzione delle policy
Il cambio di rotta è netto. Fino a ieri, Anthropic non utilizzava i dati delle conversazioni dei consumatori per l’addestramento dei suoi modelli, se non su base volontaria tramite feedback degli utenti. Ora invece l’azienda vuole utilizzare le chat e le sessioni di programmazione, estendendo la conservazione dei dati a cinque anni per chi non si oppone. In precedenza, input e conversazioni venivano cancellati automaticamente dai server entro 30 giorni, salvo obblighi legali o violazioni che potevano estendere la conservazione fino a due anni.
La fame di dati dell’IA
Anthropic inquadra la modifica come una questione di scelta dell’utente: chi non si oppone “aiuterà a migliorare la sicurezza del modello” e contribuirà “a far migliorare i futuri modelli Claude in competenze come programmazione, analisi e ragionamento”.
In sostanza: aiutaci ad aiutarti. Ma gli intenti, seppur dipinti con uno smalto dai toni altruisti e nobili, sono di carattere pratico. Come ogni altra azienda di intelligenza artificiale, Anthropic ha disperatamente bisogno di dati – più di quanto non le importi della reputazione del brand. L’addestramento richiede enormi quantità di conversazioni di alta qualità, e milioni di interazioni con Claude rappresentano il contenuto ideale per rafforzare la posizione competitiva contro OpenAI e Google.
Il problema del consenso informato
L’implementazione della nuova policy di Anthropic segue un modello familiare: i nuovi utenti sceglieranno la loro preferenza durante la registrazione, ma gli utenti esistenti si trovano di fronte a un pop-up con “Aggiornamenti ai Termini e alle Policy per Consumatori” e un pulsante “Accetta” automaticamente impostato su “On”. La preoccupazione è che gli utenti possano rapidamente accettare senza notare che stanno accettando la condivisione dei dati. Per molti esperti la confusione creata da questi cambiamenti è tangibile. È vero che l’evoluzione tecnologica richiede aggiornamenti delle policy, ma molte modifiche sono menzionate solo di sfuggita.
Fonte: Il Sole 24 Ore