Cnel, irritazione di Meloni per l’aumento di stipendio di Brunetta. «Decisione inopportuna»
Non c’è solo l’opposizione (dal M5s a Iv) a lanciare bordate contro l’aumento dei compensi apicali del Cnel. In ambienti di Palazzo Chigi trapela l’irritazione della stessa premier Giorgia Meloni per la notizia dell’aumento dello stipendio deciso dal presidente del Cnel Renato Brunetta avvalendosi della sentenza della Corte Costituzionale di abolire il tetto dei 240 mila euro annui per i dirigenti pubblici. Una decisione considerata «non condivisibile e «inopportuna».
Nisini: aumento degli stipendi Cnel in autonomia da rivedere
Nella maggioranza la Lega è esplicitamente contraria. «Gli aumenti in piena autonomia degli stipendi al Cnel, a partire dal presidente Renato Brunetta, sono da riconsiderare. Presenteremo un’interrogazione e una norma in finanziaria che vada nella direzione inversa» annuncia la deputata Tiziana Nisini. Il Cnel, dal canto suo, in una nota rivendica l’«assoluta regolarità e legittimità» della sua condotta.
Il Cnel: compensi? Mero adempimento sentenza costituzionale
«Il Cnel – si legge – non ha effettuato alcun “adeguamento”, ma si è limitato a dare doverosa applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 135 del 9 luglio 2025, che ha ripristinato a decorrere dal 1° agosto u.s. il tetto retributivo dei 311.658,53 euro».
Opposizione all’attacco
L’opposizione non ci sta. «Niente salario minimo, ma sono aumentati gli stipendi dei vertici Cnel e di Brunetta» attacca il leader M5s Giuseppe Conte. «Il ceto medio paga le tasse, il Cnel le spende con Brunetta» è invece la stoccata di Matteo Renzi
Fonte: Il Sole 24 Ore