Coldiretti Torino: manca l’erba per le mucche in montagna

Coldiretti Torino: manca l’erba per le mucche in montagna

«Scarseggia l’erba in montagna e per le mucche la situazione inizia a farsi critica. Il gran caldo di fine giugno e inizio luglio insieme alle giornate di vento fanno sentire ora i loro effetti sui pascoli delle valli torinesi. Le erbe montane sono fiorite e maturate con largo anticipo, mentre i malgari salivano negli alpeggi. E mentre pascolavano le mandrie alle quote di inizio stagione, in alto l’erba già ingialliva». A riferirlo è la Coldiretti di Torino.

«Il caldo anomalo di inizio estate – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – ha sottratto riserve alimentari agli alpeggi, che ora si trovano in difficoltà. Un problema che ripropone l’importanza di riaprire la fitta rete irrigua alpina, oggi completamente abbandonata, fatta di piccole canalizzazioni con le prese nei torrenti, che un tempo irrigavano in modo capillare i pascoli«. «Non possiamo immaginare – sottolinea la Coldiretti Torino – le conseguenze di un’eliminazione dei premi europei Pac che rischiano di essere cancellati dalla Commissione europea che cerca soldi per il riarmo».

La filiera

«Nelle valli – viene spiegato – pascolano oltre 35mila bovini, distribuiti in 420 alpeggi provenienti da 789 allevamenti di pianura. Si aggiungono gli oltre 44mila ovini, distribuiti in 200 alpeggi. Nelle vallate piemontesi i bovini sono oltre 96mila mentre gli ovicaprini superano quota 105mila. Gli addetti alla pastorizia d’alpeggio sono circa 3.000 in provincia di Torino. La produzione di formaggi e burro pregiati vale circa 7 milioni. Delle 35mila mucche che trascorrono i classici cento giorni estivi in alpeggio circa la metà sono bovini da carne, soprattutto di razza piemontese. L’altra metà è composta da bovine da latte che, in una stagione in alpeggio, producono oltre 11 milioni di litri di latte che, nei circa 200 caseifici d’alpeggio autorizzati, vengono trasformati in oltre 80mila forme di formaggio stagionato, dove primeggia la profumata Toma (la più celebrata è quella di Lanzo) seguita dal Plaisentif, il formaggio delle violette, dal Cevrin, dal Blu erborinato (per citare i più ricercati). Vanno aggiunti gli oltre 200mila panetti da mezzo chilogrammo di burro».

Fonte: Il Sole 24 Ore