Collaborazione, copiloti e quantistica: la cybersecurity nell’era dell’AI secondo Check Point

VIENNA – L’intelligenza artificiale è un elemento centrale della nuova generazione di soluzioni di cybersecurity ma la tecnologia non sostituirà il ruolo (e le competenze) dell’essere umano nella sempre più delicata sfida di proteggere dati, sistemi e identità digitali. Corre su un filo sottile il compito delle società di cybersicurezza, il cui obiettivo prioritario per i prossimi dodici mesi appare delineato: portare l’AI (e la Gen AI) nelle tecnologie di difesa e di prevenzione degli attacchi e massimizzarne i vantaggi a favore delle aziende. L’imperativo è noto e lo impone una società che diventerà sempre più connessa (con miliardi e miliardi di dispositivi costantemente collegati a una rete) e popolata da zettabyte di dati prodotti e scambiati (oltre che memorizzati) da imprese, agenzie governative e singoli individui. C’è, non in ultimo, un tema di competenze (sono circa tre milioni le figure di cybersecurity che mancano all’appello su scala mondiale) e una contestuale necessità di aumentare il livello di esperienze e di conoscenza per quanto riguarda l’applicazione delle tecnologie di sicurezza. E c’è infine il ruolo dei Chief Information Security Officer, quanto mai centrale in questa trasformazione e strettamente legato alla capacità di relazionarsi con il resto del management aziendale.

Un ecosistema collaborativo

Le indicazioni emerse da CPX 2024, l’evento annuale di Check Point che ha radunato alla Messe di Vienna oltre 4mila partecipanti fra partner, clienti e addetti ai lavori provenienti da tutta la regione Emea, riflette perfettamente lo scenario attuale del mondo della cybersecurity e aiutano in qualche modo a tracciare le direttrici che ne segneranno l’evoluzione negli anni a venire. Gil Shwed, founder & Ceo della società israeliana (a breve cederà la poltrona di amministratore delegato per occupare quella di Executive Chairman), è intervenuto al keynote di apertura mettendo in evidenza un fattore a suo dire decisivo per costruire una cybersecurity di successo. “La sicurezza – ha infatti spiegato il 56enne manager alla platea – sta diventando sempre più collaborativa e per il 2024 siamo focalizzati ad elevare e rafforzare questo concetto, perché è la collaborazione la chiave del nostro successo”. Cosa significa questo? Che le soluzioni alimentate dall’intelligenza artificiale e fornite nel cloud convergono, creando un’infrastruttura di sicurezza che attinge ai punti di forza dei prodotti delle terze parti e che promette di non avere eguali rispetto al passato in quanto a capacità di protezione dalle minacce emergenti. La collaborazione, ha aggiunto ancora Shwed, “si concretizza nel modo in cui ogni elemento della nostra piattaforma interagisce e nella volontà di integrarci perfettamente con il nostro ecosistema, garantendo alle aziende il massimo livello di sicurezza possibile”.

Sicurezza proattiva

Ai concetti, ovviamente, Check Point abbina prodotti e tecnologie che lavorano in sinergia senza soluzione di continuità e rispondono a piattaforme guidate dall’intelligenza artificiale come Harmony, Cloud Guard, Quantum e Infinity Core. Piattaforme, come ha concluso il Ceo, “che non costituiscono soluzioni individuali bensì una visione unificata della cybersecurity”. L’impegno a cui sono chiamate imprese, management e vendor tecnologici è complesso e lo dicono gli studi che confermano come il trend di crescita degli attacchi ransomware viaggi nell’ordine del 90% e come i malware di quinta generazione stiano raggiungendo volumi decisamente preoccupanti. La risposta all’aumento (quantitativo e qualitativo) delle minacce e all’esigenza di una prevenzione realmente in tempo reale, secondo Check Point, non può che essere una piattaforma in cloud tecnologicamente evoluta, fortemente integrata e potenziata dall’AI. “Diamo priorità all’azione rispetto all’analisi e a misure di sicurezza proattive rispetto a un approccio reattivo”, ha sottolineato in proposito Shwed, specificando come “la nostra attenzione si concentra sulla risposta immediata alle minacce per garantire la rapida neutralizzazione degli aggressori”. I risultati di questo approccio, visti e considerati i circa tre miliardi di attacchi zero day intercettati e bloccati dai motori di security alimentati dagli algoritmi, parlano oggettivamente da soli, così come la filosofia che sta dietro all’offerta di prodotto: e cioè soluzioni progettate per assicurare una protezione immediata e facile da implementare, snellendo il processo di difesa dalle minacce informatiche e riducendo i tempi e le risorse necessarie per trasformare la sicurezza da un compito complesso e farla funzionare in modo efficiente fin da subito.

Portare la cybersecurity a un nuovo livello

Il valore aggiunto che l’intelligenza artificiale porta a bordo delle soluzioni e delle piattaforme Check Point da oggi ha un “contributor” in più e si chiama AI Copilot, di fatto uno strumento che sfrutta i modelli della Gen AI e pesca fra le API e i dataset proprietari per diventare un vero e proprio assistente in materia di sicurezza, aiutando i professionisti della security a risolvere i problemi e a prevenire le minacce. Qualche esempio? L’utilizzo di Web Application Firewall basati su AI e privi di firma segna un cambiamento paradigmatico nel modo in cui si possono proteggere le applicazioni nella nuvola, all’insegna di una sicurezza adattiva e priva di manutenzione. La vera novità annunciata in occasione del CPX 2024 è però in realtà un’altra, e risponde al nome di Quantum Force. Nataly Kramer, Chief Product Officer dell’azienda israeliana, l’ha definita un dispositivo di lavoro alimentato dall’intelligenza artificiale (tecnicamente un “network security gateway”) con prestazioni doppie, a volte addirittura triple, rispetto alla generazione precedente, che permetterà a qualsiasi azienda di ispezionare le proprie librerie digitali azzerando i colli di bottiglia e focalizzando l’attenzione solo sulla componente di sicurezza. L’integrazione tra la potenza dell’informatica quantistica e le tecnologie di AI, insomma, rappresenta secondo Check Point il prossimo salto di qualità nella cybersicurezza e va a ridefinire i confini delle attività di rilevamento e prevenzione anche delle minacce più avanzate e sofisticate. “Quantum Force – ha concluso in proposito il Ceo – è molto più di un prodotto, è il nostro impegno a fare da pioniere in un futuro in cui l’AI potenziata dai quanti diventa avanguardia nelle strategie di difesa e stabilisce un nuovo standard di settore, offrendo soluzioni scalabili capaci di adattarsi all’evoluzione delle minacce con una velocità e una precisione ineguagliabili”.

Fonte: Il Sole 24 Ore