
Come l’AI sta trasformando le aziende: trasparenza e collaborazione
L’intelligenza artificiale sta entrando nelle imprese un po’ come l’elettricità a fine ’800: all’inizio serviva solo a illuminare le lampade, poi ha trasformato fabbriche e città intere. Oggi molti la vedono solo come un modo per tagliare costi e tempi, ma il suo impatto va molto oltre. Non riguarda solo la tecnologia, ma il modo stesso in cui le aziende funzionano. Ne abbiamo parlato con Giorgio Sacconi, esperto di intelligenza artificiale e organizzazioni progressive, co-fondatore di Fairflai, una micro-impresa che abilita modelli di adozione dell’AI nelle aziende e al contempo sperimenta forme innovative di governance al suo interno. Con lui abbiamo provato a leggere l’AI su tre piani intrecciati: operativo, organizzativo e strategico.
Il piano operativo: dall’ombra alla trasparenza
Nelle aziende l’AI è già presente, ma spesso vive nell’ombra. C’è chi usa ChatGPT per scrivere una presentazione più veloce o per analizzare un contratto, senza dirlo a nessuno. Questo fenomeno, chiamato Shadow AI, produce un paradosso: il singolo guadagna tempo, ma l’organizzazione non ne beneficia. Anzi, si genera un clima di sfiducia, perché i capi sospettano che “qualcuno ci stia mettendo meno ore del dovuto” e scaricano nuovo lavoro sui dipendenti.
Per uscirne serve trasparenza. Gli agenti funzionano solo con processi chiari e dati ben strutturati: non bastano modelli potenti, serve ordine organizzativo. È la stessa lezione delle progressive organizations: quando ruoli e regole sono espliciti, la collaborazione migliora. E anche la burocrazia, che prospera trattenendo informazioni, perde terreno.
Il piano organizzativo: dal grano al riso
Se sul piano operativo l’AI obbliga a formalizzare i processi, sul piano organizzativo ne mette in discussione le fondamenta culturali. La logica che ha retto finora molte imprese è quella del grano: ognuno coltiva il proprio campo, misura la propria performance, difende i propri confini. È un modello che premia l’individuo e alimenta gerarchie costruite sulla seniority.
Con l’AI, questa impostazione mostra i suoi limiti. Non basta un singolo dipendente più efficiente: serve un team capace di integrare gli agenti come nuovi colleghi, da addestrare, coordinare e far crescere insieme. È la logica del riso, dove il raccolto dipende dal controllo condiviso dell’acqua: senza collaborazione, il villaggio intero fallisce.
Fonte: Il Sole 24 Ore