come le organizzazioni possono beneficiare

come le organizzazioni possono beneficiare

Parlare di “risk-based decision making” significa portare le variabili di rischio – operativo, finanziario, reputazionale, regolamentare – al centro dei processi decisionali strategici. Le aziende che adottano questo approccio non si limitano a gestire il rischio, ma lo integrano in modo sistematico nella pianificazione e nella valutazione delle opzioni di crescita, costruendo scenari e simulando gli impatti prima di agire. In altre parole, le organizzazioni più “risk-aware” prendono decisioni più rapide, mirate e resilienti e in situazioni complesse – quali shock di mercato, crisi geopolitiche o eventi “disruptive” nella supply chain – riescono a limitare le perdite, ad adattarsi con maggiore velocità e, in alcuni casi, a capitalizzare sulle difficoltà altrui. Non si tratta solo di difendersi meglio, ma di usare il rischio come leva per competere: in uno scenario di incertezza, il vantaggio competitivo si sposta verso chi sa leggere il contesto in tempo reale e reagire con lucidità anche sotto pressione.

L’AI sta cambiando drasticamente il ruolo della funzione di risk & compliance: siamo sicuri che lo stia facendo in meglio? 

Sì, l’intelligenza artificiale sta cambiando profondamente il ruolo di questa funzione e può farlo decisamente in meglio. Tradizionalmente impegnate su attività manuali e controlli ex post, le figure di controllo hanno l’opportunità di evolvere verso un ruolo strategico fatto di analisi predittive, supporto proattivo al business, presidio dei rischi emergenti come la protezione della proprietà intellettuale. Questo cambiamento non è però automatico, né privo di rischi. Serve una governance solida, basata su framework come il “Responsible AI” o su modelli di gestione del rischio specifici per l’AI. E, nondimeno, servono competenze nuove: data science, analytics avanzati, conoscenza dei modelli e delle loro vulnerabilità.

Il management è in grado di gestire questa trasformazione?

Il management ha un ruolo chiave e deve evitare due errori: sottovalutare rischi come bias cognitivi, sicurezza e qualità dei dati e non investire su upskilling delle competenze e strumenti innovativi. In entrambi i casi, il rischio è quello di fermarsi a metà della trasformazione. Se gestita correttamente, l’AI non sostituisce il ruolo delle funzioni di Risk & Compliance ma lo amplifica. E da barriera di controllo può diventare un abilitatore di innovazione, contribuendo in modo concreto a sviluppare resilienza, velocità decisionale e competitività.

Fonte: Il Sole 24 Ore