come reagire a proposte difficili

come reagire a proposte difficili

Al lavoro non sempre ciò che ci viene proposto dal collega o dal cliente ci piace. Il nostro modo di reagire alle “brutte notizie” è una componente fondamentale della nostra efficacia e del nostro benessere.

Alcuni di noi, più o meno consapevolmente, tendono a esplicitare il proprio dissenso in modo diretto e immediato con le parole e/o con segnali fisici: “Non mi sta bene”; “Non è così”; “Non sono d’accordo”; “Sono sincero, per me non funziona”. Altri, al contrario, tendono a sopprimere la propria disapprovazione. Al massimo la diluiscono con giri di parole e timide espressioni di perplessità. Reazioni diverse che portano a conseguenze diverse. Nel primo caso si profila il rischio di entrare in conflitto, nel secondo di essere travolti dalla assertività e intraprendenza degli altri.

In generale la sfida è quella di gestire efficacemente l’ansia che nasce dal dover continuare a lavorare convivendo con una notizia/proposta che ci inquieta. Immaginiamo per esempio che il nostro capo al termine di una riunione ci dica: “Lorenzo, credo che i tempi siano maturi perché tu possa gestire da solo il meeting con i fornitori americani” e immaginiamo che questa prospettiva ci spaventi. L’incapacità di “tenerci dentro” la nostra paura porterebbe molti di noi a reagire d’impulso precisando il nostro no, e magari in una logica “iperreattiva” a delegittimare la proposta arrivando addirittura a criticare il proponente: “Scusami ma non mi avete ancora dato una formazione adeguata, come faccio?”

L’aspetto positivo di una reazione di questo tipo è quella di mettere subito in chiaro come stanno le cose: proposta irricevibile, stop. Ci liberiamo dell’ansia e chiudiamo la partita, attacco respinto, pericolo fugato.

Fonte: Il Sole 24 Ore