
Con la riforma “Italia in scena” compensi ai membri dei CdA dei musei, ma non ai comitati scientifici
In un’estate che si preannuncia intensa per il settore dell’arte e il dibattito sulle politiche culturali, approda alla Camera la proposta di legge “Italia in scena”, a firma dell’onorevole Federico Mollicone. Tra le novità più rilevanti per il settore museale spicca l’art. 4, comma 4, che introduce la possibilità di riconoscere compensi e gettoni di presenza ai membri dei consigli di amministrazione dei musei statali. Accanto al rimborso spese già previsto per i consiglieri non residenti nella città sede del museo, la norma mira a introdurre forme di compensazione economica che incentivino l’efficacia, l’efficienza e la qualità della governance museale. Un cambio di passo che, se approvato, sancirebbe una svolta simbolica e operativa nella valorizzazione professionale degli organi direttivi delle istituzioni culturali.
Un decreto per definire gli importi
La determinazione dei criteri, dei limiti e degli importi sarà affidata a un decreto del Ministro della Cultura, da adottare di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze entro quattro mesi dall’entrata in vigore della legge. Il decreto dovrà rispettare i princìpi di proporzionalità e congruità, tenendo conto della complessità e specificità degli incarichi, nonché di trasparenza e omogeneità delle procedure.
Si tratta di una novità rilevante: fino a oggi, infatti, ai sensi degli artt. 11 e 12 del D.M. 23 dicembre 2014 (come modificato dal D.M. 14 ottobre 2015), la partecipazione ai consigli di amministrazione e ai comitati scientifici non dava diritto ad alcun compenso, gettone o indennità. Era previsto solo il rimborso, delle spese di viaggio documentate per i membri non residenti nel comune del museo.
La proposta introduce, quindi, un gettone di presenza che riguarderà esclusivamente i membri dei CdA, lasciando fuori i Comitati scientifici, senza fornire una spiegazione per questa esclusione. Inoltre, la normativa precedente, ossia quell’art. artt. 11 D.M. 23 dicembre 2014 o l’art. 1(1)(a) D.M. 14 ottobre 2015, non viene menzionata né abrogata, sollevando dubbi interpretativi sulla sua convivenza con le nuove disposizioni.
Le risorse
Un altro interrogativo riguarda la copertura finanziaria: se per i rimborsi spese il decreto del 2014 indicava chiaramente che essi fossero a carico del bilancio del museo (“a valere sul bilancio dell’istituto”), la proposta dell’on. Mollicone non chiarisce da dove saranno attinti i fondi per i compensi. Saranno previsti stanziamenti ad hoc? O verranno drenate risorse dai bilanci già risicati dei musei? Sul punto si dovrà attendere anche il parere della Corte dei Conti. Infine, il timing non pare casuale. I membri dei CdA dei principali musei autonomi — come le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca di Brera, il Parco archeologico di Pompei, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), il Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MArTA) e altri venticinque istituti indicati in tabella— sono stati nominati (“per circa cinque anni”) con decreti ministeriali a scadere a fine anno o inizio 2026. Il prossimo giro di nomine si troverà, quindi, in un contesto potenzialmente più interessante, con gettoni e compensi che potrebbero influenzare appetiti e candidature.
Fonte: Il Sole 24 Ore