
Confitarma, allarme su tasse Ue e dazi per le navi costruite in Cina
Confitarma lancia l’allarme sugli effetti della politica di decarbonizzazione dell’Ue in campo marittimo; ma denuncia anche i rischi delle imminenti decisioni di Trump, relative ai dazi per la navi costruite in Cina. La flotta italiana, poi, risulta di nuovo in calo e, secondo gli armatori, occorre semplificare le regole per l’assegnazione della bandiera.
È quanto ha messo sul tavolo ieri, a Roma, il presidente di Confitarma, Mario Zanetti nel corso dell’assemblea pubblica dell’associazione. Nel 2026, ha detto, «quando sarà a pieno regime, la tassazione Ue Ets peserà in Europa per oltre 8 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 600 milioni peseranno sugli armatori italiani». E ha sottolineato come non abbia più senso mantenere norme anti inquinamento come Ets e FuelEu per le navi, visto che sta per uscire una nuova normativa dell’International maritime organization (Imo), che sarà probabilmente varata nella riunione che si svolgerà a Londra dal 14 al 17 ottobre.
«Tra pochi giorni – ha detto Zanetti – si terrà la votazione decisiva sull’Imo Net-zero framework, che introduce un meccanismo globale di carbon pricing. È un punto di svolta: la transizione energetica è una sfida globale e, come tale, richiede un approccio e regole globali. Per questo chiediamo, con forza, che l’Europa assuma una posizione chiara e inequivocabile. Con l’adozione di questo framework non ha più senso mantenere strumenti regionali come Ets e FuelEu, che comporterebbero una doppia tassazione a carico delle sole imprese europee, compromettendo la competitività della nostra flotta».
Del resto, nota Zanetti, «misure regionali come Ets e FuelEu maritime, applicate solo al settore marittimo, stanno già producendo distorsioni pesantissime. Sono oneri che le nostre imprese, in assenza di alternative reali, non possono evitare in alcun modo e che generano costi insostenibili, soprattutto sui traffici intracomunitari e nazionali, incidendo sui bilanci delle nostre aziende. Nel 2026, a pieno regime, l’Ets peserà in Europa per oltre 8 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 600 milioni sugli armatori italiani. Ancora più gravoso il FuelEu maritime: 1,5 miliardi già nel 2025, fino a 65 miliardi l’anno dal 2050».
A Zanetti ha fatto eco il viceministro delle Infrastrutture, Edorado Rixi, il quale ha rilanciato, affermando che tra «gli obiettivi di decarbonizzazione del trasporto in mare» ci sono «quelli di togliere l’Ets sul marittimo per quanto riguarda l’Ue, perché ci sono dei parametri restrittivi, a livello mondiale, e crediamo che sia corretto avere tutti le stesse regole. La doppia tassazione in Europa sarebbe uno schiaffo al settore marittimo europeo».
Fonte: Il Sole 24 Ore