Consiglio di Stato, stop all’uccisione del secondo lupo della Lessinia trentina

Consiglio di Stato, stop all’uccisione del secondo lupo della Lessinia trentina

Il Consiglio di Stato ferma l’uccisione del secondo lupo della Lessinia Trentina, che rischiava di essere abbattuto. Il primo lupo era stato ucciso il 19 settembre scorso, in forza di un decreto del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che aveva ottenuto il parere positivo di Ispra. Lo stop vale fino al prossimo 6 novembre, quando si terrà la riunione collegiale dei giudici amministrativi di appello.

Lupo comunque salvo

Ma è molto probabile che il lupo sarà comunque salvo. Perché, come comunica Federico Crisetig dell’area animali selvatici dellaLav, «anche se la sospensione è valida fino all’udienza del 6 novembre,l’efficaciadel provvedimento termina con lo svuotamento delle malghe situate in Lessinia, che avverrà nei prossimi giorni. Di conseguenza il lupo è definitivamente fuori dal mirino dei fucili del servizio forestale trentino». C’è comunque il rammarico per il lupo ucciso: «Purtroppo non siamo riusciti a salvare uno dei due lupi, brutalmente fucilato dal servizio forestale della Provincia, che è rimasto vittima della becera propaganda animalicida di Fugatti. Tuttavia, il nostro tempestivo ricorso in appello ha dato l’ennesima conferma dell’illegittimità della miope e violenta strategia provinciale, di fatto bloccando la seconda uccisione».

Il precedente giudizio del Tar

A far scattare la reazione punitiva della regione erano state alcune predazioni di animali d’allevamento a Malga Boldera, con i conseguenti danni agli allevatori. A nulla erano servite le proteste delle associazioni animaliste, Enpa, Lav e Lndc Animal Protection e Wwf, che avevano addossato la responsabilità alla scarsa messa in sicurezza degli animali aggrediti.

Il Tar aveva considerato legittima la scelta della provincia indicando la misura come «sostenibile, idonea e necessaria in un contesto di urgenza e particolare criticità». La decisione del Consiglio di Stato è stata accolta con gioia dalle associazioni. «È una decisione che riafferma il valore della tutela della fauna selvatica», commenta Lndc Animal Protection in un post. «Non ci fermeremo finché non si porrà fine alla logica del fucile come strumento di gestione. La convivenza si costruisce con conoscenza e responsabilità, non con le armi. Un lupo purtroppo è già stato ucciso ma, grazie a questa sospensiva urgente, almeno per ora una vita è salva. Questo risultato rappresenta un passo fondamentale nella difesa dei lupi del Trentino e del diritto alla vita degli animali selvatici».

Fonte: Il Sole 24 Ore