
Coop Alleanza 3.0 toglie dagli scaffali i prodotti agrofood israeliani
Il boicottaggio dei prodotti israeliani da parte delle catene della Gdo per il momento sembra essere una iniziativa isolata e limitata alle decisioni di Coop Alleanza 3.0 che ieri ha annunciato la rimozione di alcuni prodotti made in Israel dagli scaffali dei proprio market presenti in otto regioni della Penisola. Nei negozi della catena è arrivata la Gaza Cola con e senza zucchero in lattine da 250 millilitri, la risposta dai territori occupati all’altra cola. Coop Alleanza 3.0 ha infatti aderito alla campagna nazionale «Coop for refugees» e già da un paio di settimane ha scelto di inserire nel suo assortimento un prodotto particolare, la Gaza Cola. Questa bevanda è l’espressione di un progetto al 100% di proprietà palestinese che, con il ricavato delle vendite delle lattine, contribuirà alla ricostruzione di un ospedale nella Striscia.
Insomma un gesto soprattutto politico perché vengono tolte dalla vendita alcune referenze di arachidi con la marca del distributore e confezioni di salsa Tahina, prodotte in Israele, oltre agli articoli a marchio Sodastream, società israeliana con sede a Kfar Saba dal 2018 di proprietà della multinazionale Usa PepsiCo.
Da Israele arrivano anche datteri, avocado, melograni e altri prodotti ortofrutticoli spesso coltivati nelle terre occupate oltre a food kosher. Il Sole-24 Ore ha interpellato altre catene della Gdo italiane che vendono food e altri prodotti da Israele e per il momento nessuna altra insegna sembra volere prendere una posizione. «È una iniziativa di Coop Alleanza 3.0 i cui soci hanno deciso di prendere questa posizione. Ne prendiamo atto» fanno sapere da Coop Italia. Le altre catene seguono l’evoluzione della situazione senza prendere nessuna posizione.
Nel Regno Unito la catena Co-op group ha deciso di boicottare prodotti e ingredienti che arrivano da 17 paesi dove si verificano violazioni dei diritti umani. L’elenco di Co-op comprende, per esempio, oltre alle carote importate da Israele, i mango che arrivano dal Mali, la vodka russa e altri prodotti alimentari che arrivano da Afghanistan, Bielorussia, Iran, Libia e Siria.
Nel passato sono state annunciate diverse azioni di boicottaggio verso le merci israeliane come, per esempio, fiori, agrumi e pompelmi, prodotti cosmetici a base di alghe del Mar Morto, piatti kosher.
Fonte: Il Sole 24 Ore