
Copenaghen, lungo i canali in cerca di creatività e sostenibilità
A Copenaghen il mare non è mai lontano con i suoi colori cangianti e con il cielo e l’acqua che si fondono. La città e chi la vive ha con l’acqua una relazione indissolubile e osmotica. I vichinghi arrivarono a Copenaghen via mare e quel porto, in posizione strategica sullo stretto di Øresund, divenne una base di elezione . Lo sfondo marittimo è centrale nella storia moderna e nel patrimonio architettonico danese con il suo porto che ha subito una trasformazione radicale: le aree interne riconvertire in spazi residenziali e commerciali secondo un modello urbanistico innovativo, basato su un nuovo umanesimo e un’infrastruttura a misura delle persone. Ne è un esempio Nordhavn, città ideale della Danimarca distante 4 km dal centro città, il più grande progetto di sviluppo edilizio della storia scandinava. Ancora oggi proprio lungo i canali ci si immerge nello stile di vita locale (la bicicletta è il mezzo più usato per muoversi), si gode delle migliori vedute, si respira l’atmosfera vibrante e creativa di quella che per tutto il 2025 è Capitale Mondiale dell’Architettura Unesco-Uia ( passerà poi il testimone a Barcellona), grazie a un impegno costante nell’architettura sostenibile, nella vivibilità urbana e nell’innovazione. Non è un caso se ogni mese vi si trasferiscono circa 600 persone e l’età media è di 37 anni. Vi hanno sede studi di architettura di fama internazionale (da Bjarke Ingels Group a Henning Larsen Architects, Cobe, Gehl Architects, C.F. Møller e 3XN) e anche il design ha una storia radicata con brand che ne hanno fatto la storia scandinava e mondiale: Fritz Hansen, Carl Hansen & Søn, Louis Poulsen, Georg Jensen e Royal Copenhagen. Maestria artigianale, uso di materiali di alta qualità, creatività e design iconico sono il filo conduttore anche di brand che a Copenaghen sono nati più di recente e da qui sono partiti alla conquista del mondo.
Lungo i canali
Proprio lungo i canali ci sono opere archittettoniche storiche e altre innovative, in un gioco di antico e moderno che si ritrova in tutta la città. Se al 12 di Frederiksholms Kanal c’è il Museo Nazionale (ndr da non perdere “La Strega Vichinga” mostra che esplora il mondo mistico dei Vichinghi e il loro rapporto con il loro tempo e appunto il mare) ospitato nell’antica Mansion del Principe, un bellissimo edificio settecentesco in stile rococò, al numero 30 tra la Biblioteca Reale e Langebro, praticamente alla fine del canale dove fino a qualche anno fa c’era un’area portuale dismessa, oggi c’è il cuore del distretto culturale di Copenaghen, con BLOX, emblema della creatività danese e capofila dei progetti di sviluppo urbano volti a dare una nuova identità alla città con nuovi ponti, piazze pubbliche, aree per pedoni e ciclisti. Progettato dagli architetti di fama internazionale OMA e finanziato dall’associazione filantropica Realdania, BLOX ospita DAC – (Danish Architecture Center), riferimento per gli appassionati di architettura e design di tutto il mondo, Creative Denmark dove la conoscenza e le esperienze si incontrano per creare impegno, e ispirare le persone a prendere posizione sull’architettura e il design e BLOXHUB, un incubatore multidisciplinare per lo sviluppo sostenibile in cui si cerca di coniugare le sfide dell’urbanizzazione e dei cambiamenti climatici con un nuovo approccio collaborativo tra enti, istituzioni e cittadini .
Tra Nyhavn e Østerbro
Il nostro itinerario sull’acqua torna lungo il canale Nyhavn, il più famoso e fotografato della città con i suoi caratteristici edifici colorati, le barche d’epoca ormeggiate, i caffè e i ristoranti. Costeggiandolo si arriva al Teatro dell’Opera di Copenaghen ( Operaen) inaugurato a gennaio tra i più moderni teatri al mondo e anche tra i più costosi (oltre 500 milioni di dollari) progettato dall’architetto danese Henning Larsen. Di li a poco si passa davanti al Black Diamond, un’estensione della Biblioteca Reale con le sue vetrate lucide a specchio che lo fanno assomigliare ad diamante e riflettono il magnifico paesaggio attorno. Inaugurato nel 1999 ci si va anche solo per sorseggiare un caffè mentre non molto lontano ci sono le banchine da cui i ragazzi si tuffano in acqua e fanno il bagno nel canale (pulito). Nello stesso Kulturkvarter (quartiere culturale) non si possono trascurare il bellissimo Parco di Tivoli (il celebre parco divertimenti con le sue giostre, giardini, ristoranti e concerti) e il Palazzo di Christiansborg, la reggia ufficiale della corona danese dove si visitano le sale delle udienze e delle feste, ammirano gli arazzi creati dall’artista Bjørn Nørgaard che raccontano più di mille anni di storia danese e la collezione di utensili di rame delle cucine rimaste come erano nel 1937. Non lontano nel quartiere di Østerbro c’è il caratteristico distretto di Kartoffelrækkerne (fila di patate), una piccola area con case a schiera in stile londinese, bellissime e molto costose, diventato famoso da quando Lily Collins, la star della serie di successo di Netflix “Emily in Paris”, vi ha comprato casa. Da non perdere nel quartiere le piccole gallerie tra cui c’è anche la Dybdahl Co, una viaggio alla scoperta degli aspetti visivi dei libri rari rinvenuti in aste, archivi, biblioteche e musei che diventano poster, tesori visivi del passato mai disegnati, incisi e stampati. Poco più in la c’è Olufsvej, una deliziosa stradina tra il più grande parco della città, Fælledparken, e la principale via dello shopping del quartiere, Østerbrogade.
A spasso tra i quartieri
Uno dei luoghi più frequentati dai giovani è Kødbyen, quartiere del confezionamento delle carni. Qui si trova un mix di bar e di ristoranti, come Fiskebar, dove gustare solo pesce locale tra vetrate a tutt’altezza e pareti di cemento grezzo. Ci sono poi piccoli negozi indipendenti e studi di design. Siamo a Vesterbro, una destinazione molto popolare anche se fuori dal centro. Lo stesso vale per Nørrebro, un tempo quartiere operaio con le caratteristiche strade lastricate a nord del centro di Copenaghen e dei laghi, Søerne. Da qui, in pochi minuti a piedi, attraversato il canale del Sortedams So sul ponte Dronning Louises Bro, dove c’è solo un via vai di biciclette, ci si ritrova ai tavoli dell’Aamaan’s, ristorante dello chef Adam Aamann:tutto è fresco e fatto in casa, anche le affumicature. Assolutamente da provare i suoi deliziosi smørrebrød, una sorta di panini farciti, preparati con ingredienti biologici. L’ospitalità può contare su alcuni hotel di design degni di nota come 25hours Hotel Indre By che si trova in un edificio del XIX secolo, ex fabbrica di porcellana e poi università. Situato in posizione centrale, vicino alla Torre Rotonda, offre 243 camere uniche e tesori nascosti come la Sala Vinile. Nel centro della città c’è il lussuoso Villa Copenhagen così come il Nobis Hotel Copenhagen ospitato in un edificio neoclassico del 1903, inizialmente progettato dall’architetto danese Martin Borch. Essendo uno dei primi edifici in cemento armato di Copenaghen, ha ospitato la Royal Danish Academy of Music, prima di essere trasformato in un hotel sotto la guida dello studio di architettura svedese Wingärdhs. Lusso a 360 gradi al centralissimo d’Angleterre, membro de Leading Hotel of the world, vera icona di Copenaghen dal 1755, è l’unico hotel di lusso a 5 stelle superior in Danimarca, situato in posizione centrale su Kongens Nytorv, a pochi passi dal Teatro Reale Danese, dal canale di Nyhavn e dalla via pedonale dello shopping Strøget, ospita anche il ristorante Marchal con stelle Michelin, Balthazar Champagne Bar, la pasticceria e la rinomata Amazing Space Spa.
Musei fuori città
Da non perdere fuori città il Museo d’Arte Contemporanea Louisiana (35 minuti in treno dalla stazione centrale København H in direzione Helsingør) a Humlebæk. La location è magnifica e al suo interno le sale e le aree espositive sono collegate da un caratteristico corridoio di vetro: qui tutti gli edifici e il parco circostante sono un’opera d’arte bella quanto le mostre.
Fonte: Il Sole 24 Ore